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Famiglia nel bosco a Chieti: allontanati i tre figli minorenni

Dopo la decisione del tribunale per i minorenni dell’Aquila, i tre figli della famiglia anglo-australiana di Palmoli sono stati trasferiti in una casa famiglia. Il padre Nathan Trevallion racconta la sofferenza e ribadisce la scelta di vita a contatto con la natura.

La vicenda della famiglia che vive nel bosco di Chieti ha scosso l’opinione pubblica, dopo che il tribunale per i minorenni dell’Aquila ha disposto l’allontanamento dei tre figli della coppia anglo-australiana dal casolare di Palmoli. I minori, una bambina di otto anni e due gemelli di sei, sono stati trasferiti in una casa famiglia vicina, dove saranno seguiti da un tutore. Il padre, Nathan Trevallion, ha definito la decisione “terribile”, raccontando la prima notte trascorsa da solo nella casa nel bosco, mentre la madre, Catherine Birmingham, ha potuto accompagnare i bambini nella struttura protetta e restare con loro per la prima notte.

La scelta di vivere a contatto con la natura

Nathan Trevallion e Catherine Birmingham hanno scelto una vita alternativa, trasferendosi in un casolare nei boschi di Palmoli, nella provincia di Chieti. La loro abitazione è priva di acqua corrente ed elettricità tradizionale, ma dispone di pannelli solari, un pozzo per l’acqua e un camino per il riscaldamento. La famiglia, economicamente indipendente, ha adottato l’unschooling per l’istruzione dei figli, puntando su un’educazione libera e a stretto contatto con la natura. I genitori sottolineano che la loro scelta non deriva da negligenza, ma dal desiderio di offrire ai figli una crescita serena lontana dalla tecnologia e dalla frenesia della società occidentale, pur mantenendo momenti di socializzazione e relazioni con altri bambini.

L’intervento dei servizi sociali e la decisione del tribunale

La situazione della famiglia era già all’attenzione della Procura minorile dell’Aquila dopo un episodio di intossicazione da funghi che aveva portato tutta la famiglia in ospedale nel 2024. Un successivo controllo aveva evidenziato la mancanza di bagni, energia elettrica e acqua corrente nella casa, nonostante la presenza di soluzioni alternative. In seguito alla segnalazione dei carabinieri, era stata sospesa la responsabilità genitoriale senza però interrompere l’affidamento diretto dei figli ai genitori. Con il nuovo provvedimento, i bambini sono stati trasferiti in una struttura protetta, mentre la madre può restare al loro fianco, anche se non può dormire nella stessa stanza con loro. Il padre ha espresso profonda sofferenza per la separazione, ribadendo la volontà di continuare a vivere secondo i propri valori.

Il sostegno dell’opinione pubblica e la petizione online

La vicenda della famiglia di Palmoli ha suscitato un ampio dibattito pubblico e una mobilitazione online: quasi 31mila persone hanno firmato una petizione per chiedere che la famiglia possa restare unita nella casa nel bosco. Molti sostengono la scelta di vita dei genitori e la difesa della genitorialità alternativa, mentre altri sottolineano la necessità di garantire sempre la sicurezza e il benessere dei minori. La storia continua a far discutere, ponendo interrogativi sulla libertà educativa e sul rapporto tra istituzioni e famiglie che scelgono stili di vita non convenzionali.

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