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Allagamento delle tendopoli palestinesi a Gaza: pioggia e freddo aggravano la crisi umanitaria

Le forti piogge hanno allagato le tendopoli palestinesi a Gaza, peggiorando le condizioni già critiche degli sfollati. Famiglie costrette in rifugi di fortuna affrontano freddo, umidità e la distruzione dei pochi beni rimasti.

Nella Striscia di Gaza, l’arrivo delle prime piogge stagionali ha trasformato le già precarie tendopoli in veri e propri pantani, aggravando la crisi umanitaria che colpisce oltre un milione di palestinesi sfollati. La notte del 14 novembre, un intenso temporale ha colpito Gaza City, facendo filtrare l’acqua piovana nelle tende di fortuna dove migliaia di famiglie cercano riparo. I racconti dei sopravvissuti descrivono scene drammatiche: materassi zuppi, vestiti bagnati, bambini e adulti costretti a restare in piedi per ore per evitare di essere sommersi dall’acqua.

L’impatto delle piogge sulle tendopoli di Gaza

Le precipitazioni intense hanno messo a dura prova le tendopoli improvvisate, costruite con teli di plastica, pezzi di legno e materiali di recupero. La scarsa impermeabilità e la mancanza di infrastrutture adeguate hanno reso impossibile contenere l’acqua, che ha invaso i rifugi, distruggendo i pochi beni rimasti agli sfollati. Abu Ahmed al‑Mtawaq, uno degli sfollati provenienti da Jabalia, ha dichiarato: “Guarda l’acqua, stiamo affogando per la pioggia. Questa è stata una depressione meteorologica durata solo mezz’ora, immagina se fosse durata quattro ore: cosa accadrebbe a chi vive nel campo?”.

Nelle prime ore del mattino, Mariam al‑Najjar, anche lei sfollata da Jabalia, ha raccontato di essersi svegliata trovando la sua famiglia immersa nell’acqua: “Le nostre coperte sono fradice, i vestiti bagnati, tutto quello che abbiamo è umido. Dalle due di notte fino al mattino siamo rimasti in piedi per non annegare”.

Vivere tra pioggia, freddo e distruzione: la nuova emergenza umanitaria

L’ondata di maltempo sopraggiunge in un contesto già devastato da mesi di bombardamenti che hanno distrutto interi quartieri, lasciando le famiglie senza una vera casa. Secondo le autorità sanitarie di Gaza, in due anni di conflitto sono morte circa 68.000 persone. Le tendopoli sorgono spesso tra le macerie, in aree dove un tempo sorgevano mercati e strade ora irriconoscibili. Molti sono costretti a cercare riparo tra le rovine, esposti al rischio di crolli e senza alcuna protezione dal clima rigido.

Abdel Rahim Halawa, padre di sette figli, ha cercato di proteggere la propria famiglia comprando un telo di nylon per coprire la tenda: “Tutti i materassi e le coperte si sono inzuppati, ho comprato nylon per proteggerci dalla pioggia e alleviare le sofferenze. Non sappiamo come sopravvivremo quando l’inverno sarà pienamente arrivato”.

La lotta quotidiana degli sfollati palestinesi

L’arrivo dell’inverno porta con sé nuove minacce: oltre alla pioggia, il freddo intenso mette a rischio la salute degli sfollati, soprattutto bambini e anziani. Alcune famiglie hanno trovato rifugio in edifici pericolanti, come testimonia Saed Salhi: “Viviamo in una sezione di cemento sorretta da una sola colonna storta, coperta da un telo. È sul punto di crollare, ma non abbiamo alternative, soprattutto ora che fa freddo”.

Nei campi, tra cumuli di detriti e strade invase dal fango, la vita quotidiana si fa sempre più difficile. Gli aiuti umanitari sono insufficienti, il cibo e l’acqua potabile scarseggiano, e la speranza di una ricostruzione appare lontana. Secondo le stime delle Nazioni Unite, la quantità di macerie prodotta dai bombardamenti basterebbe a costruire tredici piramidi di Giza, mentre per la ricostruzione di Gaza serviranno almeno 70 miliardi di dollari.

La crisi delle infrastrutture e le conseguenze delle piogge

Le tendopoli non sono progettate per resistere a eventi meteorologici estremi. Le forti piogge e i venti hanno provocato il crollo di numerosi rifugi temporanei, lasciando intere famiglie senza riparo. In molte aree, l’accumulo di rifiuti e la mancanza di sistemi di drenaggio hanno favorito l’allagamento dei campi, aumentando il rischio di malattie e peggiorando ulteriormente le condizioni igieniche.

Con l’inverno ormai alle porte e la previsione di ulteriori perturbazioni, cresce la preoccupazione per la sopravvivenza degli sfollati palestinesi a Gaza. La comunità internazionale e le organizzazioni umanitarie continuano a lanciare appelli per un accesso sicuro agli aiuti e per la protezione delle persone più vulnerabili, ma la situazione resta drammatica.

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