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Cometa interstellare 3I Atlas: scoperta, caratteristiche e passaggio nel Sistema Solare

La cometa interstellare 3I Atlas è il terzo oggetto extrasolare mai osservato nel nostro Sistema Solare. Scoperta nel 2025, si distingue per la sua orbita iperbolica e per l’emissione di acqua, offrendo preziose informazioni sull’origine e la natura dei corpi celesti interstellari.

La scoperta della cometa interstellare 3I Atlas rappresenta uno degli eventi più rilevanti degli ultimi anni nel campo dell’astronomia e della meteorologia spaziale. Questo corpo celeste, individuato il 1° luglio 2025, è il terzo oggetto proveniente dallo spazio profondo a essere osservato nel Sistema Solare, dopo 1I/’Oumuamua e 2I/Borisov. La sua designazione ufficiale, C/2025 N1 (ATLAS), sottolinea l’importanza della scoperta, che offre nuove opportunità di studio sui processi di formazione stellare e sulle caratteristiche delle comete interstellari.

La scoperta della cometa interstellare 3I Atlas

La cometa 3I Atlas è stata individuata dal Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System (ATLAS), un sistema finanziato dalla Nasa e operativo presso la stazione di osservazione di Río Hurtado, in Cile. Al momento della scoperta, la cometa si trovava a circa 670 milioni di chilometri dal Sole (4,5 Unità Astronomiche), una distanza notevole che ha permesso agli astronomi di raccogliere dati fin dalle prime fasi del suo avvicinamento. Inizialmente identificata come un asteroide, è stata successivamente classificata come cometa grazie all’analisi della sua orbita iperbolica e all’elevata eccentricità (stimata a 6.15), la più alta mai registrata per un oggetto interstellare.

Caratteristiche e origine extrasolare della cometa 3I Atlas

Il valore di eccentricità della cometa interstellare conferma la sua origine extrasolare: non è legata gravitazionalmente al Sistema Solare, ma ha attraversato lo spazio interstellare per miliardi di anni prima di essere intercettata dai telescopi terrestri. Questa peculiarità la rende un oggetto di grande interesse per la comunità scientifica, che può così studiare materiali e processi di formazione lontani dalla nostra stella. La cometa 3I Atlas è costituita da una nube di gas e polveri che circonda il nucleo, denominata coma, ben visibile nelle immagini raccolte dai principali osservatori astronomici.

Il passaggio vicino alla Terra e l’emissione di acqua

Il passaggio della cometa interstellare 3I Atlas in prossimità della Terra è previsto per il 19 dicembre 2025, quando il corpo celeste si troverà a circa 1,8 Unità Astronomiche dal nostro pianeta. Questo evento è seguito con grande attenzione dagli astronomi e dagli appassionati di astronomia, in quanto offre la possibilità di osservare da vicino un corpo interstellare e di raccogliere dati sulla sua composizione. Le ultime osservazioni hanno rivelato che la cometa emette acqua, una scoperta sorprendente che suggerisce la presenza di ghiaccio nel nucleo e conferma alcune teorie sulla formazione delle comete nel cosmo.

Importanza scientifica e prospettive di ricerca

Lo studio della cometa interstellare 3I Atlas offre nuove informazioni sulle comete extrasolari e sui processi che regolano la loro evoluzione. La possibilità di analizzare la composizione chimica del nucleo e della coma permette di confrontare i dati con quelli delle comete del nostro Sistema Solare, contribuendo a comprendere meglio la diversità dei corpi celesti che popolano la Via Lattea. Inoltre, la presenza di acqua e di altri composti volatili è di grande interesse per la ricerca sull’origine della vita e sulla distribuzione delle sostanze fondamentali nello spazio.

Osservazione e curiosità sulla cometa 3I Atlas

La cometa interstellare 3I Atlas continua a essere monitorata dai principali osservatori astronomici, che ne seguono il percorso e ne analizzano le variazioni di luminosità e composizione. Gli appassionati di astronomia potranno osservare il suo passaggio con strumenti adeguati, cogliendo l’occasione per ammirare uno dei fenomeni più rari e affascinanti del cielo notturno. La sua traiettoria, la composizione e la natura interstellare la rendono un oggetto unico, capace di arricchire la nostra conoscenza dell’universo e di stimolare nuove ricerche nel campo della astrofisica.

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