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La Niña torna nel 2025: come cambierà inverno e stagione degli uragani

Il fenomeno climatico La Niña si è sviluppato a settembre 2025 con intensità debole. Le previsioni indicano effetti limitati sull’inverno negli Stati Uniti, mentre la stagione degli uragani atlantici potrebbe intensificarsi nei prossimi mesi.

La NOAA ha confermato ufficialmente il ritorno di La Niña nel settembre 2025, dopo che le temperature della superficie del mare nel Pacifico centrale ed equatoriale si sono raffreddate di 0,9 gradi Fahrenheit rispetto ai valori normali. Secondo Michelle L’Heureux, scienziata principale del team di ricerca dell’agenzia meteorologica americana, esiste una probabilità di tre su quattro che questo episodio rimanga debole durante l’inverno boreale.

A differenza del prolungato episodio di La Niña che si è esteso dal 2020 al 2023, causando siccità e inundazioni intense in diverse regioni del pianeta, l’evento attuale dovrebbe avere una durata più contenuta. Le previsioni dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale indicano che le condizioni di La Niña persisteranno fino alla primavera del 2025, con una probabilità del 60% di ritorno a condizioni neutre tra marzo e maggio.

Come si sviluppa il fenomeno climatico

La Niña si verifica quando le acque superficiali del centro e dell’est del Pacifico equatoriale subiscono un raffreddamento significativo. Questo cambiamento nelle temperature oceaniche altera la velocità e la direzione dei venti negli strati superiori dell’atmosfera, modificando i pattern climatici globali. Il fenomeno climatico rappresenta la fase fredda dell’El Niño-Oscilazione del Sur (ENOS), un ciclo naturale che influenza il clima planetario.

A metà febbraio 2025, la zona equatoriale del Pacifico presentava ancora caratteristiche tipiche di un episodio debole di La Niña, con temperature superficiali del mare leggermente inferiori alla media nella regione centro-orientale. Tuttavia, gli esperti avvertono che la “barriera di predicibilità della primavera” limita l’accuratezza delle previsioni a lungo termine in questo periodo dell’anno.

Conseguenze sulla stagione degli uragani atlantici

Una delle caratteristiche distintive di La Niña è la sua capacità di intensificare l’attività ciclonica nell’Atlantico. Durante le fasi di questo fenomeno, la riduzione del wind shear verticale nell’atmosfera atlantica crea condizioni più favorevoli per la formazione e l’intensificazione degli uragani. Al contrario, il Pacifico orientale tende a registrare una diminuzione dell’attività ciclonica.

I meteorologi sottolineano che, sebbene l’episodio attuale sia classificato come debole, la stagione degli uragani nell’Atlantico potrebbe comunque presentare un’attività superiore alla media. Le variazioni nella circolazione atmosferica globale associate a La Niña favoriscono lo sviluppo di sistemi tropicali più intensi e numerosi nelle acque dell’oceano Atlantico e del Mar dei Caraibi.

Previsioni per l’inverno boreale

Contrariamente agli episodi più intensi del passato, le previsioni meteorologiche indicano che l’inverno 2025-2026 negli Stati Uniti potrebbe non manifestare gli effetti tipici associati a La Niña. L’intensità debole del fenomeno limita la sua influenza sulla circolazione atmosferica globale, lasciando spazio a maggiori incertezze nelle proiezioni stagionali.

Gli esperti avvertono che “un evento più debole tende a esercitare meno influenza sulla circolazione globale, quindi è possibile che ci siano sorprese in arrivo”. I Servizi Meteorologici nazionali continueranno a monitorare attentamente l’evoluzione del fenomeno ENOS nei prossimi mesi, fornendo aggiornamenti costanti sulle condizioni previste.

La durata stimata del fenomeno varia tra tre e cinque mesi, con un progressivo ritorno a condizioni neutre previsto per la primavera-estate del 2025. Le probabilità di sviluppo di un episodio di El Niño durante il periodo primaverile rimangono minime, secondo le ultime proiezioni.

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