Carlo Sassi, il pioniere della moviola e volto storico della TV sportiva italiana è morto

Carlo Sassi, figura iconica del giornalismo sportivo e innovatore della moviola, si è spento all’età di 95 anni. Il suo contributo ha rivoluzionato il racconto del calcio in TV e segnato la storia della televisione italiana.
La notizia della scomparsa di Carlo Sassi ha scosso il mondo dello sport e della televisione italiana. Sassi, nato a Milano il 1° ottobre 1929 e scomparso il 28 settembre 2025, è stato una delle figure più influenti nel panorama del giornalismo sportivo, contribuendo in modo determinante all’evoluzione della cronaca calcistica e delle trasmissioni televisive dedicate allo sport. La sua carriera, lunga oltre mezzo secolo, è legata indissolubilmente a innovazioni come la moviola, che hanno cambiato per sempre il modo di raccontare e analizzare il calcio.
Carlo Sassi e la rivoluzione della moviola nel calcio
Carlo Sassi è universalmente riconosciuto come il “padre” della moviola, uno strumento che ha rivoluzionato l’analisi delle partite di calcio in televisione. Dopo aver tentato la carriera da calciatore negli anni Quaranta, Sassi entrò in Rai nel 1960, lavorando fin da subito a La Domenica Sportiva. Fu grazie al suo intuito e alla sua competenza che la moviola, già presentata al pubblico nel 1965, divenne uno strumento centrale nel dibattito sportivo. Il 22 ottobre 1967 la sua moviola divenne celebre per l’analisi del gol fantasma di Gianni Rivera nel derby tra Inter e Milan, episodio che segnò una svolta epocale nella cronaca calcistica.
Una carriera al servizio della televisione sportiva
Oltre al ruolo di innovatore tecnico, Carlo Sassi fu anche curatore e protagonista di molte trasmissioni di successo. Rimase alla guida della moviola e de La Domenica Sportiva fino al 1991, portando avanti una rubrica seguitissima, Pronto moviola, nella quale analizzava gli episodi più controversi della giornata calcistica, ascoltando anche i protagonisti in diretta telefonica. Nel 1992 condusse, insieme a Sandro Ciotti, il programma Quasi Gol e dal 1993 affiancò Fabio Fazio e Marino Bartoletti in Quelli che il calcio, restando in trasmissione fino al 2001. Il suo stile pacato, la competenza e la capacità di spiegare al grande pubblico anche i dettagli tecnici più complessi lo hanno reso un punto di riferimento per più generazioni di telespettatori.
Dalla passione per il calcio al giornalismo
La vita di Carlo Sassi è stata da sempre intrecciata con il calcio. Da giovane, dopo un provino con l’Inter non andato a buon fine, militò in squadre di Serie C e tra i dilettanti, per poi abbandonare la carriera agonistica e dedicarsi agli studi e al lavoro in banca. L’approdo in RAI segnò l’inizio di una nuova avventura, dove poté coniugare la passione sportiva con la capacità di innovare i linguaggi della televisione. Originariamente tifoso dell’Inter, Sassi divenne poi sostenitore della Cremonese, anche per l’amicizia con lo storico presidente grigiorosso Domenico Luzzara.
Eredità e ricordo di una figura unica
La scomparsa di Carlo Sassi lascia un grande vuoto nel mondo del giornalismo sportivo e della televisione italiana. Il suo contributo all’innovazione tecnologica, la capacità di rendere accessibili a tutti le dinamiche del calcio e il suo stile inconfondibile restano un esempio per le nuove generazioni di giornalisti e commentatori sportivi. La moviola, la sua invenzione più celebre, è oggi uno strumento imprescindibile per la lettura degli episodi più controversi del calcio, e rappresenta la testimonianza più concreta dell’impatto che Sassi ha avuto sul modo di raccontare lo sport in Italia.
Un addio che segna la storia della televisione sportiva
Con la morte di Carlo Sassi si chiude una pagina fondamentale della televisione sportiva italiana. La sua eredità vive nei programmi che ha contribuito a creare e nelle innovazioni che ha introdotto. Il ricordo di Sassi resta legato alla passione per il calcio, all’amore per la cronaca sportiva e alla capacità di raccontare lo sport con professionalità e umanità.
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