Governo Francia: Bayrou sfiduciato. Le nuove sfide il futuro dell’esecutivo

Il governo Bayrou, alla guida della Francia dal dicembre 2024, è nato in un contesto di grande turbolenza politica e sociale. François Bayrou, figura di spicco del centrismo francese, ha assunto la carica di Primo ministro su nomina del presidente Emmanuel Macron dopo la caduta del precedente esecutivo guidato da Michel Barnier. Da allora, il governo francese ha dovuto affrontare sfide cruciali, tra cui la gestione del deficit pubblico, la crescita economica rallentata e l’acceso dibattito sull’immigrazione.

La nomina di Bayrou e la composizione del governo in Francia

La scelta di François Bayrou come Primo ministro ha segnato una svolta nella politica della Francia. Leader del MoDem e presidente del Partito Democratico Europeo, Bayrou è noto per il suo approccio moderato e la lunga esperienza istituzionale. Il suo incarico è arrivato dopo un voto di sfiducia che ha travolto il governo Barnier, costringendo Macron a cercare una figura capace di dialogare con le diverse anime del Parlamento francese. La nuova squadra di governo ha cercato di conciliare le richieste di stabilità con la necessità di rispondere alle emergenze economiche e sociali.

Le priorità economiche e il deficit pubblico

Uno dei primi atti del governo Bayrou è stato la revisione degli obiettivi sul deficit pubblico per il 2025, portando la stima al 5,4% del PIL rispetto al precedente 5%. Contestualmente, le previsioni di crescita economica sono state riviste al ribasso, fissando l’obiettivo allo 0,9%. Queste decisioni hanno suscitato ampio dibattito nell’Assemblea Nazionale e tra gli enti locali, ai quali è stato richiesto uno sforzo di 2,2 miliardi di euro, inferiore a quanto previsto dal precedente esecutivo. Le scelte di Bayrou mirano a garantire la sostenibilità dei conti pubblici senza penalizzare eccessivamente gli enti territoriali.

Immigrazione e coesione sociale

La questione migratoria è stata al centro della politica del governo francese guidato da Bayrou. Il Primo ministro ha sottolineato la necessità di un approccio equilibrato, affermando che l’immigrazione è prima di tutto una questione di proporzione e coesione nazionale. Bayrou ha ribadito l’importanza di politiche di controllo e regolamentazione, proponendo misure per il ritorno nei Paesi d’origine di chi mette a rischio la stabilità sociale. Questa linea ha trovato sostenitori e detrattori sia tra i partiti di destra che tra quelli di sinistra.

Politiche ambientali e innovazione democratica

Un altro punto qualificante dell’azione di governo è rappresentato dall’attenzione all’ambiente. Bayrou ha dichiarato che la politica ambientale non è un ostacolo, ma una soluzione alle sfide del presente. Tra le proposte innovative spicca la creazione di una banca della democrazia per garantire trasparenza e indipendenza nel finanziamento dei partiti politici, rafforzando così la fiducia nelle istituzioni.

Crisi parlamentare e caduta del Governo in Francia

Nel settembre 2025, il governo Bayrou si è trovato di fronte a una nuova crisi: il rischio di una sfiducia parlamentare, con la maggioranza dei partiti – dal Rassemblement National alla France Insoumise – pronti a votare contro l’esecutivo. Ed è così che per la prima volta nella storia della Quinta Repubblica francese, un governo è caduto non perché i partiti lo hanno sfidato approvando una mozione di censura, ma perché il premier ha preso l’iniziativa di chiedere la fiducia, e non l’ha ottenuta. Un record che va attribuito a François Bayrou. Ieri, lunedì 8 settembre alle 19 Bayrou è stato battuto all’Assemblea nazionale con 35 astensioni, 194 voti a favore e ben 364 contrari.