Leoncavallo: blitz all’alba, sgomberato il centro sociale dopo 31 anni

La polizia ha eseguito lo sgombero del Leoncavallo all’alba del 21 agosto. Il centro sociale di Milano era sotto sfratto da anni e la struttura è stata trovata vuota.
All’alba di giovedì 21 agosto, le forze dell’ordine hanno dato esecuzione allo sgombero dello storico centro sociale Leoncavallo in via Watteau, zona Greco, a Milano. L’operazione, attesa da decenni e rinviata oltre 130 volte, ha visto la presenza di polizia, carabinieri e dell’ufficiale giudiziario che hanno fatto ingresso nella struttura nelle prime ore del mattino. All’interno del capannone non sono stati trovati attivisti né si sono registrati episodi di resistenza, segnando così la fine di un’occupazione durata ininterrottamente dal 1994.
Le ragioni dello sgombero e la lunga storia dei rinvii
Il Leoncavallo è stato per oltre trent’anni uno dei più noti spazi autogestiti di Milano, simbolo di aggregazione, cultura alternativa e attivismo sociale. Lo sfratto era stato richiesto dalla proprietà dell’immobile, la famiglia Cabassi attraverso Immobiliare Orologio, e atteso dal 2003. Nel novembre 2024, dopo 133 rinvii, il Ministero dell’Interno era stato condannato a risarcire 3 milioni di euro ai proprietari per il mancato sgombero, una somma che il Ministero aveva deciso di rivalersi sull’associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo, presieduta da Marina Boer. Per far fronte a questa richiesta, il centro sociale aveva lanciato una raccolta fondi con l’obiettivo di raccogliere i 3 milioni necessari.
Ipotesi di nuova sede e futuro del Leoncavallo
Negli ultimi mesi, l’associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo aveva presentato una manifestazione d’interesse al Comune di Milano per ottenere un nuovo spazio in via San Dionigi, zona Porto di Mare. Questa soluzione, però, richiede tempi lunghi: sarà necessario partecipare a un bando pubblico e avviare le opportune bonifiche ambientali dell’immobile. Nonostante la prospettiva di una nuova sede, lo sgombero di oggi segna la chiusura di un’epoca per il panorama dei centri sociali milanesi.
Le reazioni della politica e della città
L’operazione di sgombero è arrivata a sorpresa, anticipando la visita dell’ufficiale giudiziario prevista per settembre. Il Ministro dell’Interno aveva promesso ai parlamentari lombardi di Fratelli d’Italia un intervento rapido, mentre Alleanza Verdi-Sinistra aveva annunciato la propria festa nazionale nella sede del Leoncavallo per settembre. La vicenda ha riacceso il dibattito sul ruolo degli spazi sociali a Milano e sulle politiche di gestione degli immobili occupati.
Il significato dello sgombero per la città
Il blitz all’alba che ha portato allo sgombero del Leoncavallo rappresenta un evento storico per Milano. La chiusura di uno dei più noti centri sociali italiani pone interrogativi sul futuro della partecipazione giovanile, della cultura alternativa e dell’aggregazione nei grandi centri urbani. La storia del Leoncavallo resta una pagina fondamentale per la memoria collettiva della città e per il dibattito su legalità, diritti civili e spazi pubblici.
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