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"url": "https://www.iconameteo.it/news/catastrofe-imminente-luragano-milton-minaccia-la-florida-con-la-furia-di-un-gigante/",
"title": "Catastrofe imminente: l\u2019uragano Milton minaccia la Florida con la furia di un gigante",
"content_html": "
L’uragano Milton, classificato come categoria 5, si sta avvicinando minacciosamente alla Florida, con venti che soffiano fino a 260 km/h. Sebbene i meteorologi prevedano che Milton si indebolisca a una categoria 3 o 4 prima di raggiungere la costa, il suo potenziale di devastazione rimane estremamente alto, e potrebbe diventare una delle tempeste pi\u00f9 disastrose mai registrate nello Stato.
\nLa tempesta \u00e8 attesa nel settore densamente popolato della baia di Tampa, a meno di due settimane di distanza dai danni causati dall’uragano Helene. Nella penisola dello Yucat\u00e1n, si sono gi\u00e0 registrate inondazioni costiere e forti venti hanno abbattuto alberi, portando a interruzioni di corrente. Tuttavia, i danni finora sono stati contenuti poich\u00e9 Milton ha solo sfiorato la regione.
\nThe Weather Channel ha mostrato una simulazione degli effetti devastanti della “storm surge”, l’onda di marea pericolosa che potrebbe causare gravi inondazioni costiere. Il video illustra come l’acqua potrebbe raggiungere altezze di 4-5 metri, con conseguenze catastrofiche e potenziali vittime se le persone non evacuano dalle aree a rischio. Le autorit\u00e0 hanno avvisato che chi decide di rimanere potrebbe mettere a repentaglio la propria vita.
\nSecondo le previsioni, si attende un accumulo di piogge fino a 300 mm in poche ore, accompagnato da venti intensi. Tuttavia, la principale preoccupazione rimane l’onda di marea capace di sommergere abitazioni, edifici e strutture costiere.
\nUn momento toccante si \u00e8 verificato durante un collegamento in diretta con NBC 6 South Florida, quando il meteorologo John Morales \u00e8 scoppiato in lacrime di fronte all’imminente disastro. “\u00c8 un uragano incredibile! La pressione \u00e8 scesa di 50 millibar in dieci ore”, ha commentato visibilmente commosso, scusandosi con i telespettatori per l’emozione.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Catastrofe imminente: l’uragano Milton minaccia la Florida con la furia di un gigante)
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\nDunque, un settembre eccezionale per le piogge, il cui maggior contributo \u00e8 stato determinato dai valori circa doppi rispetto alla norma osservati al Centro-Nord (+107% al Nord-Ovest, +104% al Nord-Est, +94% al Centro). Fra i vari eventi di pioggia estrema verificatisi nel mese, spicca quello che ha colpito l\u2019Emilia Romagna e le Marche fra il 17 e il 19, dove gli accumuli hanno superato i 200 mm, fino a punte intorno ai 300 mm in soli tre giorni, con conseguenti esondazioni dei fiumi, criticit\u00e0 varie ed evacuazioni di abitanti, in particolare in Romagna.
\nOltre a questo, ci sono da segnalare altre due giornate notevoli dal punto di vista del maltempo, ossia i giorni 5 e 8: si tratta dei giorni pi\u00f9 piovosi dell\u2019anno (per il momento) al Nord; in aggiunta, l\u20198 rappresenta il giorno pi\u00f9 piovoso dell\u2019anno anche al Centro e in generale nell\u2019Italia intera. Nell\u2019ambito della rete nazionale di stazioni meteo dell\u2019Aeronautica Militare/Enav, sono stati osservati alcuni accumuli mensili record, in particolare a Rimini con 221 mm, a Treviso Istrana con 228 mm e ad Ancona Falconara con 309 mm. I primi due valori sono i pi\u00f9 elevati almeno degli ultimi 45 anni, mentre quello di Ancona \u00e8 il pi\u00f9 elevato degli ultimi 65 anni.
\nNon tutto il territorio italiano ha sperimentato precipitazioni sopra la media. In Sicilia e alcuni settori di Calabria, Puglia e Sardegna gli accumuli sono rimasti inferiori alla norma, ma con il dato pi\u00f9 vistoso in Sicilia (-22%) che presenta anche il deficit pi\u00f9 ampio dall\u2019inizio dell\u2019anno (-14%) rispetto alle altre regioni meridionali dove il dato da gennaio \u00e8 solo leggermente negativo. Anomalie decisamente positive, invece, negli ultimi nove mesi al Centro-Nord (+85% al Nord-Ovest, +41% al Nord-Est, +13% al Centro), in virt\u00f9 delle quali ci troviamo con un surplus nazionale di +32% da gennaio, equivalente a circa 43 miliardi di metri cubi di acqua in pi\u00f9 rispetto alla norma.
\nLe temperature hanno subito alcuni sbalzi che hanno portato i valori dai livelli estivi della prima decade ai livelli inferiori alla norma della seconda decade, per poi risalire temporaneamente sopra la media durante la terza decade del mese. I primi giorni del mese non sono stati altro che la fase conclusiva dell\u2019ultima ondata di calore ereditata da agosto, che ha fatto in tempo a dare origine a nuovi record di temperatura massima di settembre esattamente il 1\u00b0 del mese. Le stazioni della rete Aeron.Mil./Enav che hanno ritoccato i record sono quasi tutte al Nord e solo una al Centro e, per la precisione, si tratta di: Torino con 32.7\u00b0C, Milano L. e Bergamo con 34\u00b0C, Brescia con 34.2\u00b0C, Verona con 34.8\u00b0C, Treviso I. con 35.2\u00b0C, Treviso S.A. con 34.7\u00b0C, Venezia con 32.8\u00b0C, Udine R. con 35\u00b0C e Monte Argentario con 34.1\u00b0C.
\nIl tracollo della seconda decade \u00e8 stato causato dall\u2019irruzione di una massa di aria da latitudini artiche, che ci ha fatti piombare improvvisamente nell\u2019autunno e che ha contribuito a generare un vortice ciclonico dapprima in movimento verso i Balcani, successivamente, complice il blocco anticiclonico sul Nord Europa, di ritorno verso ovest con un lento movimento retrogrado fino a investire nuovamente l\u2019Italia dove ha causato le criticit\u00e0 fra Emilia Romagna e Marche, dopo aver dato luogo a grossi problemi anche in alcuni paesi balcanici. Una volta ristabilita la circolazione zonale (quella normale da ovest), nell\u2019ultima parte del mese il clima si \u00e8 fatto pi\u00f9 mite con anche un picco di caldo dovuto alla temporanea risalita di aria subtropicale.
\nNel complesso, la temperatura media ha risentito di queste ampie variazioni, ma con una preponderanza dei periodi sopra la media: infatti, il risultato finale \u00e8 stato uno scarto non particolarmente vistoso, ma positivo e pari a +0.7\u00b0C che fa scendere leggermente l\u2019abnorme anomalia da inizio anno a +1.5\u00b0C, valore che resta comunque saldamente al 1\u00b0 posto a mezzo grado oltre il record annuale, ad appena tre mesi dalla fine dell\u2019anno.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Il Settembre delle piogge: L’Italia segnata da fenomeni eccezionali.)
\n", "content_text": "Il dato pi\u00f9 rilevante che scaturisce dalle elaborazioni di settembre \u00e8, senz\u2019altro, la quantit\u00e0 di precipitazioni che si sono accumulate nel corso del mese, che hanno dato origine a un\u2019anomalia di +77% a livello nazionale (confronto con le medie del trentennio 1991-2020), il valore pi\u00f9 elevato della serie storica che parte dal 1959.\nDunque, un settembre eccezionale per le piogge, il cui maggior contributo \u00e8 stato determinato dai valori circa doppi rispetto alla norma osservati al Centro-Nord (+107% al Nord-Ovest, +104% al Nord-Est, +94% al Centro). Fra i vari eventi di pioggia estrema verificatisi nel mese, spicca quello che ha colpito l\u2019Emilia Romagna e le Marche fra il 17 e il 19, dove gli accumuli hanno superato i 200 mm, fino a punte intorno ai 300 mm in soli tre giorni, con conseguenti esondazioni dei fiumi, criticit\u00e0 varie ed evacuazioni di abitanti, in particolare in Romagna.\n\nOltre a questo, ci sono da segnalare altre due giornate notevoli dal punto di vista del maltempo, ossia i giorni 5 e 8: si tratta dei giorni pi\u00f9 piovosi dell\u2019anno (per il momento) al Nord; in aggiunta, l\u20198 rappresenta il giorno pi\u00f9 piovoso dell\u2019anno anche al Centro e in generale nell\u2019Italia intera. Nell\u2019ambito della rete nazionale di stazioni meteo dell\u2019Aeronautica Militare/Enav, sono stati osservati alcuni accumuli mensili record, in particolare a Rimini con 221 mm, a Treviso Istrana con 228 mm e ad Ancona Falconara con 309 mm. I primi due valori sono i pi\u00f9 elevati almeno degli ultimi 45 anni, mentre quello di Ancona \u00e8 il pi\u00f9 elevato degli ultimi 65 anni.\nNon tutto il territorio italiano ha sperimentato precipitazioni sopra la media. In Sicilia e alcuni settori di Calabria, Puglia e Sardegna gli accumuli sono rimasti inferiori alla norma, ma con il dato pi\u00f9 vistoso in Sicilia (-22%) che presenta anche il deficit pi\u00f9 ampio dall\u2019inizio dell\u2019anno (-14%) rispetto alle altre regioni meridionali dove il dato da gennaio \u00e8 solo leggermente negativo. Anomalie decisamente positive, invece, negli ultimi nove mesi al Centro-Nord (+85% al Nord-Ovest, +41% al Nord-Est, +13% al Centro), in virt\u00f9 delle quali ci troviamo con un surplus nazionale di +32% da gennaio, equivalente a circa 43 miliardi di metri cubi di acqua in pi\u00f9 rispetto alla norma.\n\nLe temperature hanno subito alcuni sbalzi che hanno portato i valori dai livelli estivi della prima decade ai livelli inferiori alla norma della seconda decade, per poi risalire temporaneamente sopra la media durante la terza decade del mese. I primi giorni del mese non sono stati altro che la fase conclusiva dell\u2019ultima ondata di calore ereditata da agosto, che ha fatto in tempo a dare origine a nuovi record di temperatura massima di settembre esattamente il 1\u00b0 del mese. 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Una volta ristabilita la circolazione zonale (quella normale da ovest), nell\u2019ultima parte del mese il clima si \u00e8 fatto pi\u00f9 mite con anche un picco di caldo dovuto alla temporanea risalita di aria subtropicale.\nNel complesso, la temperatura media ha risentito di queste ampie variazioni, ma con una preponderanza dei periodi sopra la media: infatti, il risultato finale \u00e8 stato uno scarto non particolarmente vistoso, ma positivo e pari a +0.7\u00b0C che fa scendere leggermente l\u2019abnorme anomalia da inizio anno a +1.5\u00b0C, valore che resta comunque saldamente al 1\u00b0 posto a mezzo grado oltre il record annuale, ad appena tre mesi dalla fine dell\u2019anno.\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Il Settembre delle piogge: L’Italia segnata da fenomeni eccezionali.)", "date_published": "2024-10-09T16:25:26+02:00", "date_modified": "2024-10-09T16:25:26+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://www.iconameteo.it/contents/uploads/2020/12/pexels-adrianna-calvo-17739-scaled.jpg", "tags": [ "Notizie Italia", "Previsioni", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/?p=78758", "url": "https://www.iconameteo.it/primo-piano/trasporti-green-in-europa-roma-si-classifica-al-13-posto-ma-la-sfida-sostenibile-e-solo-allinizio/", "title": "Trasporti green in europa: Roma si classifica al 13\u00b0 posto ma la sfida sostenibile \u00e8 solo all\u2019inizio", "content_html": "I trasporti, sia per persone che per merci, sono una delle principali fonti di inquinamento, responsabili di circa il 72% delle emissioni di CO2 in Europa. Tra questi, il settore automobilistico incide per il 60%, secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente. Ridurre drasticamente queste emissioni \u00e8 essenziale per centrare l\u2019obiettivo del “net zero” entro il 2050, con un taglio del 90%. Ma gi\u00e0 entro il 2030, l’Unione Europea impone una riduzione del 55% delle emissioni delle auto. Non tutti i Paesi europei, per\u00f2, viaggiano alla stessa velocit\u00e0.
\nUn recente studio, realizzato in vista dello Smart City Expo World Congress di Barcellona (5-7 novembre 2024), ha analizzato i trasporti eco-sostenibili nelle principali citt\u00e0 europee, stilando una classifica delle migliori. Sono stati considerati parametri come il numero di veicoli elettrici, stazioni di ricarica, bus elettrici e la presenza di piste ciclabili. Anche l\u2019inquinamento ambientale \u00e8 stato un fattore determinante. Roma, pur rimanendo fuori dalla top 10, si posiziona al 13\u00b0 posto, preceduta da citt\u00e0 come Madrid e Dublino.
\nRoma si piazza al 13\u00b0 posto nella classifica, con 10.000 auto elettriche, 842 stazioni di ricarica e 400 autobus elettrici. La capitale italiana dispone di una rete ciclabile di 300 km, ma l\u2019elevato indice di inquinamento la esclude dalle prime posizioni.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Trasporti green in europa: Roma si classifica al 13\u00b0 posto ma la sfida sostenibile \u00e8 solo all’inizio)
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\nUtilizzando immagini satellitari, gli scienziati hanno osservato un aumento significativo della vegetazione sulla Penisola Antartica, una delle regioni pi\u00f9 colpite dal cambiamento climatico. Quest’area si sta riscaldando a una velocit\u00e0 superiore alla media globale, favorendo la crescita di muschi e altre piante. Lo studio ha rilevato un incremento della copertura vegetale: da meno di 1 km\u00b2 nel 1986 a quasi 10 km\u00b2 nel 2021, con un’accelerazione preoccupante negli ultimi anni.
\nThomas Roland, esperto di scienze ambientali presso l’Universit\u00e0 di Exeter e co-autore dello studio, ha dichiarato: “Questi risultati confermano l’impatto del cambiamento climatico antropogenico, che sta colpendo anche le regioni pi\u00f9 inospitali del pianeta”. L’inverdimento della Penisola Antartica, visibile perfino dalle immagini satellitari, \u00e8 una testimonianza diretta di questo fenomeno.(per visionare lo studio in questione, cliccare a questo link).
\nSebbene la Penisola resti per lo pi\u00f9 coperta da neve e ghiaccio, le aree verdi stanno aumentando in modo esponenziale. Dal 2016 al 2021, la vegetazione \u00e8 cresciuta del 30%, e le temperature in costante aumento accelerano il processo. Durante l’estate antartica del 2022, si sono registrati aumenti termici fino a 10\u00b0C sopra la media, con punte record di 20\u00b0C superiori alla norma in alcune aree. Queste temperature estreme stanno trasformando uno dei luoghi pi\u00f9 inospitali del pianeta in un paesaggio sempre pi\u00f9 accessibile alle piante.
\nGli scienziati avvertono che il riscaldamento dell’Antartide potrebbe rendere la regione pi\u00f9 ospitale per specie invasive, mettendo a rischio la fauna autoctona. Semi e spore possono arrivare in Antartide attraverso diverse vie: flussi migratori di uccelli, vento e persino il passaggio di turisti e ricercatori. La diffusione di specie estranee potrebbe destabilizzare l’ecosistema locale, portando a estinzioni di specie endemiche.
\nUn altro effetto preoccupante \u00e8 che l’aumento della vegetazione potrebbe alterare il modo in cui l’Antartide riflette la luce solare. Le superfici verdi, infatti, assorbono pi\u00f9 calore rispetto al ghiaccio e alla neve, contribuendo ulteriormente al riscaldamento locale e accelerando la crescita delle piante.
\nIl fenomeno dell’inverdimento \u00e8 ancora limitato alla Penisola Antartica, ma la sua crescita esponenziale preoccupa la comunit\u00e0 scientifica. Gli esperti temono che la trasformazione del paesaggio possa diventare irreversibile, con ripercussioni sull’intero ecosistema polare. Il prossimo passo degli scienziati sar\u00e0 studiare come le piante stanno colonizzando le terre emerse dai ghiacciai in ritirata, un fenomeno che potrebbe fornire ulteriori indizi su come l’Antartide continuer\u00e0 a cambiare.
\nL’inverdimento dell’Antartide non \u00e8 un caso isolato. Studi recenti, come quello condotto da Michael Litzow presso la NOAA, hanno dimostrato che il riscaldamento globale sta modificando anche altri ecosistemi polari, come nel caso del drammatico declino dei granchi delle nevi nel Mare di Bering. Questi segnali sono una chiara indicazione dell’urgenza di affrontare il cambiamento climatico in modo concreto.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Antartide: il cambiamento climatico trasforma il continente di ghiaccio)
\n", "content_text": "Un segnale tangibile del cambiamento climatico sta emergendo nelle regioni pi\u00f9 remote del pianeta: l’Antartide, tradizionalmente nota per i suoi ghiacci eterni, si sta rapidamente tingendo di verde. Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience e condotto da ricercatori delle Universit\u00e0 di Exeter e Hertfordshire e del British Antarctic Survey, il riscaldamento globale sta modificando il paesaggio dell’Antartide a un ritmo impressionante.\nUn ecosistema in trasformazione\nUtilizzando immagini satellitari, gli scienziati hanno osservato un aumento significativo della vegetazione sulla Penisola Antartica, una delle regioni pi\u00f9 colpite dal cambiamento climatico. Quest’area si sta riscaldando a una velocit\u00e0 superiore alla media globale, favorendo la crescita di muschi e altre piante. Lo studio ha rilevato un incremento della copertura vegetale: da meno di 1 km\u00b2 nel 1986 a quasi 10 km\u00b2 nel 2021, con un’accelerazione preoccupante negli ultimi anni.\nThomas Roland, esperto di scienze ambientali presso l’Universit\u00e0 di Exeter e co-autore dello studio, ha dichiarato: “Questi risultati confermano l’impatto del cambiamento climatico antropogenico, che sta colpendo anche le regioni pi\u00f9 inospitali del pianeta”. L’inverdimento della Penisola Antartica, visibile perfino dalle immagini satellitari, \u00e8 una testimonianza diretta di questo fenomeno.(per visionare lo studio in questione, cliccare a questo link).\nLa Penisola Antartica: da bianca a verde\nSebbene la Penisola resti per lo pi\u00f9 coperta da neve e ghiaccio, le aree verdi stanno aumentando in modo esponenziale. Dal 2016 al 2021, la vegetazione \u00e8 cresciuta del 30%, e le temperature in costante aumento accelerano il processo. Durante l’estate antartica del 2022, si sono registrati aumenti termici fino a 10\u00b0C sopra la media, con punte record di 20\u00b0C superiori alla norma in alcune aree. Queste temperature estreme stanno trasformando uno dei luoghi pi\u00f9 inospitali del pianeta in un paesaggio sempre pi\u00f9 accessibile alle piante.\nNuove minacce per la fauna locale\nGli scienziati avvertono che il riscaldamento dell’Antartide potrebbe rendere la regione pi\u00f9 ospitale per specie invasive, mettendo a rischio la fauna autoctona. Semi e spore possono arrivare in Antartide attraverso diverse vie: flussi migratori di uccelli, vento e persino il passaggio di turisti e ricercatori. La diffusione di specie estranee potrebbe destabilizzare l’ecosistema locale, portando a estinzioni di specie endemiche.\nUn altro effetto preoccupante \u00e8 che l’aumento della vegetazione potrebbe alterare il modo in cui l’Antartide riflette la luce solare. Le superfici verdi, infatti, assorbono pi\u00f9 calore rispetto al ghiaccio e alla neve, contribuendo ulteriormente al riscaldamento locale e accelerando la crescita delle piante.\nLe prospettive future: cosa aspettarsi\nIl fenomeno dell’inverdimento \u00e8 ancora limitato alla Penisola Antartica, ma la sua crescita esponenziale preoccupa la comunit\u00e0 scientifica. Gli esperti temono che la trasformazione del paesaggio possa diventare irreversibile, con ripercussioni sull’intero ecosistema polare. Il prossimo passo degli scienziati sar\u00e0 studiare come le piante stanno colonizzando le terre emerse dai ghiacciai in ritirata, un fenomeno che potrebbe fornire ulteriori indizi su come l’Antartide continuer\u00e0 a cambiare.\nL’impatto globale del cambiamento climatico\nL’inverdimento dell’Antartide non \u00e8 un caso isolato. Studi recenti, come quello condotto da Michael Litzow presso la NOAA, hanno dimostrato che il riscaldamento globale sta modificando anche altri ecosistemi polari, come nel caso del drammatico declino dei granchi delle nevi nel Mare di Bering. Questi segnali sono una chiara indicazione dell’urgenza di affrontare il cambiamento climatico in modo concreto.\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Antartide: il cambiamento climatico trasforma il continente di ghiaccio)", "date_published": "2024-10-09T12:32:28+02:00", "date_modified": "2024-10-09T12:32:28+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://www.iconameteo.it/contents/uploads/2023/10/antartide-perde-7.5-tonnellate.jpg", "tags": [ "News Meteo" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/?p=78745", "url": "https://www.iconameteo.it/primo-piano/settembre-2024-caldo-da-record-il-pianeta-vicino-al-punto-di-non-ritorno/", "title": "Settembre 2024: Caldo da Record! Il Pianeta Vicino al Punto di Non Ritorno", "content_html": "Il 2024 sar\u00e0 l’anno pi\u00f9 caldo di sempre?
\nIl report di Copernicus indica che la temperatura media globale degli ultimi 12 mesi (ottobre 2023 – settembre 2024) \u00e8 la seconda pi\u00f9 alta mai registrata, con un aumento di 0,74\u00b0C rispetto alla media 1991-2020, equivalente a 1,62\u00b0C sopra i livelli preindustriali. Per evitare che il 2024 diventi l’anno pi\u00f9 caldo di sempre, l\u2019anomalia termica dei restanti mesi dovrebbe diminuire di oltre 0,4\u00b0C, un fatto mai accaduto nei dati ERA5. Questo rende quasi certo che il 2024 sar\u00e0 l’anno pi\u00f9 caldo della storia.
Settembre 2024: Europa divisa tra caldo e piogge
\nA livello europeo, le temperature sono state significativamente superiori alla media nell’Europa orientale e nord-orientale, mentre nell’Europa occidentale, incluse Francia, Spagna e Islanda, sono state leggermente al di sotto della media. Il continente ha anche visto eventi di precipitazioni estreme, come la tempesta Boris, che ha causato alluvioni in Europa centrale e orientale, mentre le aree pi\u00f9 secche, come la penisola iberica, hanno sofferto di gravi incendi.
Samantha Burgess, vicedirettore del Copernicus Climate Change Service Service, ha affermato che “le precipitazioni estreme sono aggravate dal riscaldamento globale, e pi\u00f9 aumentano le temperature, maggiore sar\u00e0 il rischio di eventi meteorologici catastrofici”.
\nL’incremento delle temperature globali non \u00e8 solo un dato climatico, ma rappresenta una grave minaccia per ecosistemi e popolazioni umane. Piogge torrenziali e ondate di calore estremo diventano sempre pi\u00f9 frequenti, aumentando il rischio di danni a infrastrutture, vite umane e agricoltura. La transizione verso un futuro a emissioni zero diventa sempre pi\u00f9 urgente per mitigare questi rischi.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Settembre 2024: Caldo da Record! Il Pianeta Vicino al Punto di Non Ritorno)
\n", "content_text": "Secondo i dati di , settembre 2024 ha visto una temperatura media globale dell\u2019aria superficiale di 16,17\u00b0C, ben 0,73\u00b0C al di sopra della media 1991-2020. Questo lo rende il secondo settembre pi\u00f9 caldo mai registrato, subito dopo settembre 2023. Inoltre, l\u2019anomalia della temperatura per questo mese \u00e8 stata di 1,54\u00b0C al di sopra dei livelli preindustriali, evidenziando una tendenza che vede 14 mesi su 15 superare la soglia critica di 1,5\u00b0C.\nIl 2024 sar\u00e0 l’anno pi\u00f9 caldo di sempre?\nIl report di Copernicus indica che la temperatura media globale degli ultimi 12 mesi (ottobre 2023 – settembre 2024) \u00e8 la seconda pi\u00f9 alta mai registrata, con un aumento di 0,74\u00b0C rispetto alla media 1991-2020, equivalente a 1,62\u00b0C sopra i livelli preindustriali. Per evitare che il 2024 diventi l’anno pi\u00f9 caldo di sempre, l\u2019anomalia termica dei restanti mesi dovrebbe diminuire di oltre 0,4\u00b0C, un fatto mai accaduto nei dati ERA5. Questo rende quasi certo che il 2024 sar\u00e0 l’anno pi\u00f9 caldo della storia.\nSettembre 2024: Europa divisa tra caldo e piogge\nA livello europeo, le temperature sono state significativamente superiori alla media nell’Europa orientale e nord-orientale, mentre nell’Europa occidentale, incluse Francia, Spagna e Islanda, sono state leggermente al di sotto della media. Il continente ha anche visto eventi di precipitazioni estreme, come la tempesta Boris, che ha causato alluvioni in Europa centrale e orientale, mentre le aree pi\u00f9 secche, come la penisola iberica, hanno sofferto di gravi incendi.\nSamantha Burgess, vicedirettore del Copernicus Climate Change Service Service, ha affermato che “le precipitazioni estreme sono aggravate dal riscaldamento globale, e pi\u00f9 aumentano le temperature, maggiore sar\u00e0 il rischio di eventi meteorologici catastrofici”.\nL’incremento delle temperature globali non \u00e8 solo un dato climatico, ma rappresenta una grave minaccia per ecosistemi e popolazioni umane. Piogge torrenziali e ondate di calore estremo diventano sempre pi\u00f9 frequenti, aumentando il rischio di danni a infrastrutture, vite umane e agricoltura. La transizione verso un futuro a emissioni zero diventa sempre pi\u00f9 urgente per mitigare questi rischi.\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Settembre 2024: Caldo da Record! Il Pianeta Vicino al Punto di Non Ritorno)", "date_published": "2024-10-09T12:31:43+02:00", "date_modified": "2024-10-09T12:31:43+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://www.iconameteo.it/contents/uploads/2024/08/Foto-COPERTINA-Wordpress-62-luglio-terzo-piu-caldo-di-sempre.jpg", "tags": [ "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/?p=78732", "url": "https://www.iconameteo.it/primo-piano/uragano-milton-in-arrivo-la-florida-si-prepara-a-un-impatto-catastrofico/", "title": "Uragano Milton in arrivo: la Florida si prepara a un impatto catastrofico", "content_html": "L\u2019uragano Milton si sta rapidamente trasformando in una minaccia devastante per la Florida, dopo aver fatto il suo debutto come undicesima tempesta tropicale dell’anno. A sole due settimane dal passaggio dell\u2019uragano Helene, che ha causato oltre 200 vittime e ingenti danni, la costa occidentale della Florida \u00e8 in allerta per un nuovo, potente uragano. Milton ha raggiunto la categoria 5 in un tempo record e si prevede che tocchi terra mercoled\u00ec sera, indebolendosi leggermente (categoria 3) ma mantenendo comunque un’intensit\u00e0 capace di causare gravi distruzioni.
\nSecondo le ultime informazioni del National Hurricane Center, Milton si sposter\u00e0 appena a nord della penisola dello Yucatan oggi (marted\u00ec 8 ottobre) e si avviciner\u00e0 alla costa della Florida domani, mercoled\u00ec 9, toccando terra nella densamente popolata area di Tampa Bay. I meteorologi avvertono che si prevede una mareggiata record di 2,4-3,6 metri nella baia, un livello mai registrato prima nella regione, e quasi il doppio di quanto osservato durante il passaggio di Helene. Le inondazioni diffuse sono previste, con accumuli di pioggia che andranno dai 130 ai 250 mm per la Florida continentale e le Keys, con picchi fino a 380 mm in alcune zone.
\nLa Tampa Bay, con oltre 3,3 milioni di abitanti, \u00e8 particolarmente vulnerabile e si stanno attuando misure di evacuazione per i residenti nelle aree costiere.
\nMilton ha guadagnato il soprannome di \u201cmostro\u201d grazie alla sua rapida intensificazione. In meno di 24 ore, \u00e8 diventata una delle tempeste pi\u00f9 forti mai registrate nel Golfo del Messico. Solo due uragani nella storia dell\u2019Atlantico, Wilma (2005) e Felix (2007), si sono rafforzati pi\u00f9 velocemente. Wilma ha visto i suoi venti sostenuti aumentare di 170 km/h in un solo giorno, mentre Felix ha guadagnato 160 km/h.
\nMilton \u00e8 ora la tredicesima tempesta nominata della stagione e la settima a intensificarsi rapidamente nel bacino atlantico.
\nLe ultime previsioni indicano che, mentre Milton si avvicina alla Florida, ci saranno importanti cambiamenti nelle condizioni meteorologiche. Oggi, si prevede che Milton tocchi terra con venti sostenuti di circa 205 km/h, portando con s\u00e9 piogge torrenziali e mareggiate che potrebbero allagare vaste aree. Le autorit\u00e0 locali hanno emesso ordini di evacuazione per diverse aree costiere e sono state attivate misure di emergenza in preparazione all\u2019impatto.
\nLe famiglie sono incoraggiate a seguire attentamente gli aggiornamenti meteorologici e a rispettare le istruzioni delle autorit\u00e0 locali. Gli scienziati continueranno a monitorare la tempesta nei prossimi giorni, dato che Milton potrebbe rimanere un fattore di rischio mentre attraversa la Florida e si dirige verso l\u2019Oceano Atlantico.
\nCon la minaccia dell\u2019uragano Milton, la Florida si prepara ad affrontare condizioni meteorologiche estreme. Le mareggiate record, le forti piogge e il potenziale per inondazioni catastrofiche pongono gravi rischi per la sicurezza pubblica.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Uragano Milton in arrivo: la Florida si prepara a un impatto catastrofico)
\n", "content_text": "L\u2019uragano Milton si sta rapidamente trasformando in una minaccia devastante per la Florida, dopo aver fatto il suo debutto come undicesima tempesta tropicale dell’anno. A sole due settimane dal passaggio dell\u2019uragano Helene, che ha causato oltre 200 vittime e ingenti danni, la costa occidentale della Florida \u00e8 in allerta per un nuovo, potente uragano. Milton ha raggiunto la categoria 5 in un tempo record e si prevede che tocchi terra mercoled\u00ec sera, indebolendosi leggermente (categoria 3) ma mantenendo comunque un’intensit\u00e0 capace di causare gravi distruzioni.\nMilton: Venti distruttivi e mareggiate senza precedenti\nSecondo le ultime informazioni del National Hurricane Center, Milton si sposter\u00e0 appena a nord della penisola dello Yucatan oggi (marted\u00ec 8 ottobre) e si avviciner\u00e0 alla costa della Florida domani, mercoled\u00ec 9, toccando terra nella densamente popolata area di Tampa Bay. I meteorologi avvertono che si prevede una mareggiata record di 2,4-3,6 metri nella baia, un livello mai registrato prima nella regione, e quasi il doppio di quanto osservato durante il passaggio di Helene. Le inondazioni diffuse sono previste, con accumuli di pioggia che andranno dai 130 ai 250 mm per la Florida continentale e le Keys, con picchi fino a 380 mm in alcune zone.\nLa Tampa Bay, con oltre 3,3 milioni di abitanti, \u00e8 particolarmente vulnerabile e si stanno attuando misure di evacuazione per i residenti nelle aree costiere.\nIntensificazione esplosiva: Milton entra nella storia\nMilton ha guadagnato il soprannome di \u201cmostro\u201d grazie alla sua rapida intensificazione. In meno di 24 ore, \u00e8 diventata una delle tempeste pi\u00f9 forti mai registrate nel Golfo del Messico. Solo due uragani nella storia dell\u2019Atlantico, Wilma (2005) e Felix (2007), si sono rafforzati pi\u00f9 velocemente. Wilma ha visto i suoi venti sostenuti aumentare di 170 km/h in un solo giorno, mentre Felix ha guadagnato 160 km/h.\nMilton \u00e8 ora la tredicesima tempesta nominata della stagione e la settima a intensificarsi rapidamente nel bacino atlantico.\nUltimi aggiornamenti: cosa aspettarsi nei prossimi giorni?\nLe ultime previsioni indicano che, mentre Milton si avvicina alla Florida, ci saranno importanti cambiamenti nelle condizioni meteorologiche. Oggi, si prevede che Milton tocchi terra con venti sostenuti di circa 205 km/h, portando con s\u00e9 piogge torrenziali e mareggiate che potrebbero allagare vaste aree. Le autorit\u00e0 locali hanno emesso ordini di evacuazione per diverse aree costiere e sono state attivate misure di emergenza in preparazione all\u2019impatto.\nLe famiglie sono incoraggiate a seguire attentamente gli aggiornamenti meteorologici e a rispettare le istruzioni delle autorit\u00e0 locali. Gli scienziati continueranno a monitorare la tempesta nei prossimi giorni, dato che Milton potrebbe rimanere un fattore di rischio mentre attraversa la Florida e si dirige verso l\u2019Oceano Atlantico.\nCon la minaccia dell\u2019uragano Milton, la Florida si prepara ad affrontare condizioni meteorologiche estreme. Le mareggiate record, le forti piogge e il potenziale per inondazioni catastrofiche pongono gravi rischi per la sicurezza pubblica.\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Uragano Milton in arrivo: la Florida si prepara a un impatto catastrofico)", "date_published": "2024-10-08T18:00:40+02:00", "date_modified": "2024-10-08T18:07:58+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://www.iconameteo.it/contents/uploads/2024/10/WhatsApp-Image-2024-10-08-at-17.44.18.jpeg", "tags": [ "Notizie mondo", "Previsioni", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/?p=78729", "url": "https://www.iconameteo.it/primo-piano/luragano-kirk-si-dirige-verso-leuropa-litalia-e-in-allerta/", "title": "L\u2019uragano Kirk si dirige verso l\u2019Europa: l\u2019Italia \u00e8 in allerta?", "content_html": "L\u2019uragano Kirk, formatosi luned\u00ec come undicesima tempesta tropicale atlantica della stagione, ha rapidamente scalato le categorie fino a diventare un pericoloso uragano di categoria 4 nel fine settimana. Dopo aver mostrato i primi segnali di cedimento, Kirk ha iniziato il suo viaggio verso nordest, dirigendosi verso l\u2019Europa. Le previsioni indicano che l\u2019uragano, ora in fase di indebolimento, perder\u00e0 progressivamente forza e, nelle prossime ore, si trasformer\u00e0 in un ciclone extratropicale.
\nKirk si trasforma in ciclone e raggiunge l\u2019Europa
\nSecondo il National Hurricane Center della NOAA, il ciclone tropicale continuer\u00e0 a spostarsi verso l\u2019Europa, interagendo con i sistemi extratropicali e perdendo le caratteristiche di uragano. L\u2019arrivo a nord delle Azzorre \u00e8 previsto tra luned\u00ec notte e marted\u00ec mattina, quando Kirk sar\u00e0 gi\u00e0 diventato un ciclone extratropicale. Successivamente, il ciclone raggiunger\u00e0 la Spagna, inglobando un vortice tra Francia e Inghilterra. A met\u00e0 settimana, l’ex-uragano interesser\u00e0 gran parte dell\u2019Europa occidentale, comportandosi come una normale tempesta atlantica.
Gli effetti in Italia: venti forti e piogge localizzate
\nAnche l\u2019Italia sar\u00e0 toccata dal passaggio di Kirk, seppur marginalmente. Le aree pi\u00f9 esposte saranno le regioni settentrionali e centrali, dove si potranno verificare forti venti e piogge locali. Altre regioni, come Liguria e Toscana, potrebbero essere interessate da fenomeni pi\u00f9 intensi, con raffiche di vento e precipitazioni concentrate soprattutto tra mercoled\u00ec e gioved\u00ec. Tuttavia, non si prevedono impatti significativi sul resto del Paese.
Previsioni meteo: le regioni pi\u00f9 colpite
\nIl passaggio di Kirk sull\u2019Europa porter\u00e0 piogge e venti in alcune zone dell’Italia. Le regioni settentrionali, come Lombardia e Piemonte, potrebbero sperimentare raffiche di vento pi\u00f9 intense, mentre le coste tirreniche, come Liguria e Toscana, potrebbero essere soggette a piogge locali, soprattutto tra mercoled\u00ec e gioved\u00ec. Le regioni centrali come Umbria e Marche vedranno fenomeni meteorologici pi\u00f9 leggeri, con un calo delle temperature e venti moderati.
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (L\u2019uragano Kirk si dirige verso l\u2019Europa: l\u2019Italia \u00e8 in allerta?)
\n", "content_text": "L\u2019uragano Kirk, formatosi luned\u00ec come undicesima tempesta tropicale atlantica della stagione, ha rapidamente scalato le categorie fino a diventare un pericoloso uragano di categoria 4 nel fine settimana. Dopo aver mostrato i primi segnali di cedimento, Kirk ha iniziato il suo viaggio verso nordest, dirigendosi verso l\u2019Europa. Le previsioni indicano che l\u2019uragano, ora in fase di indebolimento, perder\u00e0 progressivamente forza e, nelle prossime ore, si trasformer\u00e0 in un ciclone extratropicale.\nKirk si trasforma in ciclone e raggiunge l\u2019Europa\nSecondo il National Hurricane Center della NOAA, il ciclone tropicale continuer\u00e0 a spostarsi verso l\u2019Europa, interagendo con i sistemi extratropicali e perdendo le caratteristiche di uragano. L\u2019arrivo a nord delle Azzorre \u00e8 previsto tra luned\u00ec notte e marted\u00ec mattina, quando Kirk sar\u00e0 gi\u00e0 diventato un ciclone extratropicale. Successivamente, il ciclone raggiunger\u00e0 la Spagna, inglobando un vortice tra Francia e Inghilterra. A met\u00e0 settimana, l’ex-uragano interesser\u00e0 gran parte dell\u2019Europa occidentale, comportandosi come una normale tempesta atlantica.\nGli effetti in Italia: venti forti e piogge localizzate\nAnche l\u2019Italia sar\u00e0 toccata dal passaggio di Kirk, seppur marginalmente. Le aree pi\u00f9 esposte saranno le regioni settentrionali e centrali, dove si potranno verificare forti venti e piogge locali. Altre regioni, come Liguria e Toscana, potrebbero essere interessate da fenomeni pi\u00f9 intensi, con raffiche di vento e precipitazioni concentrate soprattutto tra mercoled\u00ec e gioved\u00ec. Tuttavia, non si prevedono impatti significativi sul resto del Paese.\nPrevisioni meteo: le regioni pi\u00f9 colpite\nIl passaggio di Kirk sull\u2019Europa porter\u00e0 piogge e venti in alcune zone dell’Italia. Le regioni settentrionali, come Lombardia e Piemonte, potrebbero sperimentare raffiche di vento pi\u00f9 intense, mentre le coste tirreniche, come Liguria e Toscana, potrebbero essere soggette a piogge locali, soprattutto tra mercoled\u00ec e gioved\u00ec. Le regioni centrali come Umbria e Marche vedranno fenomeni meteorologici pi\u00f9 leggeri, con un calo delle temperature e venti moderati.\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (L\u2019uragano Kirk si dirige verso l\u2019Europa: l\u2019Italia \u00e8 in allerta?)", "date_published": "2024-10-08T16:22:37+02:00", "date_modified": "2024-10-08T16:22:37+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://www.iconameteo.it/contents/uploads/2024/10/Kirk-uragano.png", "tags": [ "Notizie mondo", "Previsioni", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/?p=78727", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/2023-lanno-piu-secco-per-i-fiumi-a-livello-globale-in-tre-decenni/", "title": "2023: l\u2019anno pi\u00f9 secco per i fiumi a livello globale in tre decenni", "content_html": "Il 2023 si \u00e8 rivelato l\u2019anno pi\u00f9 secco degli ultimi trent\u2019anni per i fiumi di tutto il mondo, secondo un nuovo rapporto coordinato dall\u2019Organizzazione Mondiale della Meteorologia (OMM). Lo studio segnala cambiamenti allarmanti nella disponibilit\u00e0 di risorse idriche in un contesto di domanda crescente, mettendo a rischio le comunit\u00e0, l\u2019agricoltura e gli ecosistemi.
\nNegli ultimi cinque anni, le condizioni idriche hanno mostrato anomalie diffuse a livello globale, con un andamento particolarmente preoccupante per i fiumi e i bacini idrici. La carenza d’acqua sta creando stress sulle riserve idriche, rendendo sempre pi\u00f9 difficile il sostentamento delle comunit\u00e0 e la coltivazione agricola. Il rapporto evidenzia che il 2023 ha segnato il secondo anno consecutivo in cui tutte le regioni dotate di ghiacciai hanno segnalato una significativa perdita di massa, un segnale allarmante per il futuro delle risorse idriche.
\nL\u2019anno 2023 si distingue anche per essere il pi\u00f9 caldo mai registrato, con temperature elevate e condizioni di siccit\u00e0 che hanno contribuito a prolungati periodi di aridit\u00e0. Tuttavia, non sono mancati eventi di inondazione in diverse parti del mondo. L\u2019alternanza tra fenomeni naturali come La Ni\u00f1a e El Ni\u00f1o ha amplificato questi eventi estremi. In particolare, l’Africa \u00e8 stata colpita duramente, come evidenziato dalla tragica alluvione in Libia che ha causato oltre 11.000 vittime.
\nIl rapporto sullo stato delle risorse idriche globali, giunto al suo terzo anno e considerato il pi\u00f9 completo fino ad oggi, ha fornito nuove informazioni sui volumi dei laghi e dei bacini idrici, sull’umidit\u00e0 del suolo e sull\u2019equivalente in acqua della neve. Ecco alcuni dei principali risultati:
\nIl rapporto mette in luce l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici e le loro conseguenze sulle risorse idriche. \u00c8 fondamentale aumentare la consapevolezza e attuare misure per garantire un uso sostenibile delle risorse idriche, fondamentali per il sostentamento delle popolazioni e degli ecosistemi in tutto il mondo.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (2023: l\u2019anno pi\u00f9 secco per i fiumi a livello globale in tre decenni)
\n", "content_text": "Il 2023 si \u00e8 rivelato l\u2019anno pi\u00f9 secco degli ultimi trent\u2019anni per i fiumi di tutto il mondo, secondo un nuovo rapporto coordinato dall\u2019Organizzazione Mondiale della Meteorologia (OMM). Lo studio segnala cambiamenti allarmanti nella disponibilit\u00e0 di risorse idriche in un contesto di domanda crescente, mettendo a rischio le comunit\u00e0, l\u2019agricoltura e gli ecosistemi.\nFiumi e risorse idriche globali\nNegli ultimi cinque anni, le condizioni idriche hanno mostrato anomalie diffuse a livello globale, con un andamento particolarmente preoccupante per i fiumi e i bacini idrici. La carenza d’acqua sta creando stress sulle riserve idriche, rendendo sempre pi\u00f9 difficile il sostentamento delle comunit\u00e0 e la coltivazione agricola. Il rapporto evidenzia che il 2023 ha segnato il secondo anno consecutivo in cui tutte le regioni dotate di ghiacciai hanno segnalato una significativa perdita di massa, un segnale allarmante per il futuro delle risorse idriche.\nEventi estremi e impatti climatici\nL\u2019anno 2023 si distingue anche per essere il pi\u00f9 caldo mai registrato, con temperature elevate e condizioni di siccit\u00e0 che hanno contribuito a prolungati periodi di aridit\u00e0. Tuttavia, non sono mancati eventi di inondazione in diverse parti del mondo. L\u2019alternanza tra fenomeni naturali come La Ni\u00f1a e El Ni\u00f1o ha amplificato questi eventi estremi. In particolare, l’Africa \u00e8 stata colpita duramente, come evidenziato dalla tragica alluvione in Libia che ha causato oltre 11.000 vittime.\nPunti salienti del rapporto\nIl rapporto sullo stato delle risorse idriche globali, giunto al suo terzo anno e considerato il pi\u00f9 completo fino ad oggi, ha fornito nuove informazioni sui volumi dei laghi e dei bacini idrici, sull’umidit\u00e0 del suolo e sull\u2019equivalente in acqua della neve. Ecco alcuni dei principali risultati:\n\nPortata dei fiumi: Oltre il 50% delle aree di raccolta globali ha mostrato condizioni idriche anomale, con gravi siccit\u00e0 registrate in tutto il continente americano. Bacini come il Mississippi e l’Amazzonia hanno raggiunto livelli record di acque basse.\nBacini e laghi: Gli afflussi nei bacini hanno seguito tendenze simili a quelle della portata dei fiumi, con condizioni inferiori alla norma in diverse regioni tra cui l\u2019India e l\u2019America centrale.\nLivelli delle falde acquifere: Mentre in alcune aree come Sudafrica e Irlanda si sono registrati livelli superiori alla norma, altre regioni, come il Cile e la Giordania, hanno sofferto di impoverimento delle falde acquifere dovuto a un’eccessiva estrazione.\nUmidit\u00e0 del suolo: La maggior parte delle terre a livello globale ha mostrato livelli di umidit\u00e0 inferiori alla norma, in particolare in Nord America e Nord Africa. Contrariamente, alcune zone, come l\u2019Alaska e il Canada nordorientale, hanno visto umidit\u00e0 del suolo molto superiore alla norma.\nGhiacciai: I ghiacciai hanno subito una perdita senza precedenti, con oltre 600 gigatonnellate di acqua scomparsa, principalmente a causa dello scioglimento in America settentrionale e nelle Alpi europee. La copertura nevosa nell\u2019emisfero settentrionale ha raggiunto i livelli pi\u00f9 bassi mai registrati, evidenziando ulteriormente l’impatto dei cambiamenti climatici.\n\nIl rapporto mette in luce l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici e le loro conseguenze sulle risorse idriche. \u00c8 fondamentale aumentare la consapevolezza e attuare misure per garantire un uso sostenibile delle risorse idriche, fondamentali per il sostentamento delle popolazioni e degli ecosistemi in tutto il mondo.\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (2023: l\u2019anno pi\u00f9 secco per i fiumi a livello globale in tre decenni)", "date_published": "2024-10-08T15:20:17+02:00", "date_modified": "2024-10-08T15:20:17+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://www.iconameteo.it/contents/uploads/2023/09/fiumi-sempre-piu-caldi.jpg", "tags": [ "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/?p=78723", "url": "https://www.iconameteo.it/primo-piano/alaska-il-surriscaldamento-marino-minaccia-lecosistema-artico/", "title": "Alaska: il surriscaldamento marino minaccia l\u2019ecosistema artico", "content_html": "Nel 2022, miliardi di granchi delle nevi sono scomparsi dal Mare di Bering, suscitando grande preoccupazione tra scienziati e pescatori in Alaska. Contrariamente a quanto si potesse pensare, la causa di questa drammatica diminuzione non \u00e8 attribuibile alla pesca eccessiva, ma al riscaldamento delle acque, che ha accelerato il metabolismo dei granchi, portandoli a una crisi alimentare. Lo studio condotto dalla NOAA, guidato da Michael Litzow, ha rivelato che il Mare di Bering sta diventando sempre meno artico, con condizioni pi\u00f9 calde e prive di ghiaccio che ora sono 200 volte pi\u00f9 probabili rispetto al passato, minacciando l’intero ecosistema marino.
\nI granchi delle nevi, che prosperano in acque sotto i 2\u00b0C, sono stati gravemente colpiti da un\u2019ondata di calore marino tra il 2018 e il 2019. Questo evento ha spinto il loro metabolismo al limite, senza fornire loro sufficiente cibo per sopravvivere. Le conseguenze sono state disastrose per l’industria della pesca in Alaska, che rappresenta una delle colonne portanti dell’economia locale, con un valore annuale che pu\u00f2 raggiungere i 227 milioni di dollari. Litzow avverte che il settore dovr\u00e0 adattarsi rapidamente a queste nuove condizioni climatiche per garantire la sostenibilit\u00e0 della pesca.
\nIl riscaldamento marino non ha solo ridotto drasticamente la popolazione dei granchi delle nevi, ma ha anche aperto la strada a nuove specie marine, come il merluzzo del Pacifico. Durante l\u2019ondata di calore, queste nuove specie hanno invaso le acque tradizionalmente fredde dei granchi, aumentando la competizione per le risorse alimentari e accelerando il declino della popolazione di granchi.
\nLe trasformazioni climatiche stanno portando a cambiamenti significativi negli ecosistemi artici, con effetti che superano le sole dinamiche della pesca. La regione artica si sta riscaldando quattro volte pi\u00f9 rapidamente rispetto al resto del mondo, e il Mare di Bering si presenta come un campanello d\u2019allarme per le future sfide ambientali. Gli scienziati sono attivamente impegnati nel migliorare il monitoraggio e la risposta a questi cambiamenti, impiegando tecnologie avanzate come droni e intelligenza artificiale.
\nIl drastico cambiamento in corso richiede una maggiore attenzione e consapevolezza. Gli impatti del cambiamento climatico stanno mettendo a rischio i mezzi di sussistenza di intere comunit\u00e0 che dipendono da questi ecosistemi, rendendo il futuro incerto non solo per molte specie marine, ma anche per le persone che si affidano a esse.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Alaska: il surriscaldamento marino minaccia l’ecosistema artico)
\n", "content_text": "Nel 2022, miliardi di granchi delle nevi sono scomparsi dal Mare di Bering, suscitando grande preoccupazione tra scienziati e pescatori in Alaska. Contrariamente a quanto si potesse pensare, la causa di questa drammatica diminuzione non \u00e8 attribuibile alla pesca eccessiva, ma al riscaldamento delle acque, che ha accelerato il metabolismo dei granchi, portandoli a una crisi alimentare. Lo studio condotto dalla NOAA, guidato da Michael Litzow, ha rivelato che il Mare di Bering sta diventando sempre meno artico, con condizioni pi\u00f9 calde e prive di ghiaccio che ora sono 200 volte pi\u00f9 probabili rispetto al passato, minacciando l’intero ecosistema marino.\nImpatto devastante sull’industria della pesca\nI granchi delle nevi, che prosperano in acque sotto i 2\u00b0C, sono stati gravemente colpiti da un\u2019ondata di calore marino tra il 2018 e il 2019. Questo evento ha spinto il loro metabolismo al limite, senza fornire loro sufficiente cibo per sopravvivere. Le conseguenze sono state disastrose per l’industria della pesca in Alaska, che rappresenta una delle colonne portanti dell’economia locale, con un valore annuale che pu\u00f2 raggiungere i 227 milioni di dollari. Litzow avverte che il settore dovr\u00e0 adattarsi rapidamente a queste nuove condizioni climatiche per garantire la sostenibilit\u00e0 della pesca.\nNuove specie marine in competizione\nIl riscaldamento marino non ha solo ridotto drasticamente la popolazione dei granchi delle nevi, ma ha anche aperto la strada a nuove specie marine, come il merluzzo del Pacifico. Durante l\u2019ondata di calore, queste nuove specie hanno invaso le acque tradizionalmente fredde dei granchi, aumentando la competizione per le risorse alimentari e accelerando il declino della popolazione di granchi.\nIl cambiamento climatico in atto\nLe trasformazioni climatiche stanno portando a cambiamenti significativi negli ecosistemi artici, con effetti che superano le sole dinamiche della pesca. La regione artica si sta riscaldando quattro volte pi\u00f9 rapidamente rispetto al resto del mondo, e il Mare di Bering si presenta come un campanello d\u2019allarme per le future sfide ambientali. Gli scienziati sono attivamente impegnati nel migliorare il monitoraggio e la risposta a questi cambiamenti, impiegando tecnologie avanzate come droni e intelligenza artificiale.\nUna crisi che richiede attenzione\nIl drastico cambiamento in corso richiede una maggiore attenzione e consapevolezza. Gli impatti del cambiamento climatico stanno mettendo a rischio i mezzi di sussistenza di intere comunit\u00e0 che dipendono da questi ecosistemi, rendendo il futuro incerto non solo per molte specie marine, ma anche per le persone che si affidano a esse.\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Alaska: il surriscaldamento marino minaccia l’ecosistema artico)", "date_published": "2024-10-08T15:11:07+02:00", "date_modified": "2024-10-08T15:12:41+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://www.iconameteo.it/contents/uploads/2019/05/ghiacci_alaska_ISS.jpg", "tags": [ "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/?p=78719", "url": "https://www.iconameteo.it/primo-piano/forte-maltempo-in-arrivo-liguria-e-lombardia-sotto-allerta-rossa-fino-a-martedi-8/", "title": "Forte maltempo in arrivo: Liguria e Lombardia sotto allerta rossa fino a marted\u00ec 8", "content_html": "Una perturbazione intensa ha investito l’Italia, portando piogge battenti e condizioni climatiche avverse, con particolare focus sulla Liguria e la Lombardia, dove \u00e8 stata emessa un’allerta meteo rossa dalla Protezione Civile.
\nNella Liguria, le precipitazioni sono state straordinarie: dalla mezzanotte fino alle 10 del mattino, sono stati registrati oltre 200 litri di pioggia per metro quadro, causando allagamenti e un preoccupante aumento del livello dei fiumi Stura e Orba. La perturbazione si sta spostando verso est e porter\u00e0 piogge intense e persistenti su gran parte del Nord Italia, nonch\u00e9 sulle regioni centrali tirreniche. Gli accumuli pi\u00f9 significativi sono previsti in Liguria, sull\u2019Appennino tosco-emiliano, e nelle Alpi e Prealpi centro-orientali.
\nIl maltempo sar\u00e0 ulteriormente amplificato da un rinforzo del vento, con raffiche meridionali che in Liguria potrebbero raggiungere i 70-100 km/h, rendendo le condizioni meteorologiche ancora pi\u00f9 critiche. In aggiunta, la ventilazione meridionale porter\u00e0 a un’impennata delle temperature nelle regioni centro-meridionali, con punte che potrebbero sfiorare i 30 gradi.
\nA Venezia, \u00e8 attesa un’acqua alta, con un picco di marea che potrebbe raggiungere i 110 cm in mare, riducendosi a 90 cm in citt\u00e0 grazie all\u2019attivazione del sistema MOSE.
\nIl maltempo non accenner\u00e0 a placarsi nel corso della settimana. Dopo una parziale tregua mercoled\u00ec, una nuova perturbazione, legata all\u2019ex uragano Kirk, si prepara a colpire principalmente Francia e Europa centro-settentrionale.
\nGi\u00e0 da gioved\u00ec 10, si prevede il ritorno di piogge diffuse su gran parte del Paese. La situazione sar\u00e0 monitorata con attenzione, poich\u00e9 le nuove precipitazioni potrebbero colpire aree gi\u00e0 duramente provate dalla perturbazione in corso. Secondo le attuali proiezioni, le piogge potrebbero risultare localmente intense, soprattutto tra Lombardia, Liguria e Triveneto.
\n\u00c8 fondamentale seguire gli aggiornamenti meteorologici per restare informati su una situazione in continua evoluzione e potenzialmente pericolosa.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Forte maltempo in arrivo: Liguria e Lombardia sotto allerta rossa fino a marted\u00ec 8)
\n", "content_text": "Una perturbazione intensa ha investito l’Italia, portando piogge battenti e condizioni climatiche avverse, con particolare focus sulla Liguria e la Lombardia, dove \u00e8 stata emessa un’allerta meteo rossa dalla Protezione Civile.\nMaltempo estremo: rischio nubifragi e criticit\u00e0 idro-geologiche\nNella Liguria, le precipitazioni sono state straordinarie: dalla mezzanotte fino alle 10 del mattino, sono stati registrati oltre 200 litri di pioggia per metro quadro, causando allagamenti e un preoccupante aumento del livello dei fiumi Stura e Orba. La perturbazione si sta spostando verso est e porter\u00e0 piogge intense e persistenti su gran parte del Nord Italia, nonch\u00e9 sulle regioni centrali tirreniche. Gli accumuli pi\u00f9 significativi sono previsti in Liguria, sull\u2019Appennino tosco-emiliano, e nelle Alpi e Prealpi centro-orientali.\n\nIl maltempo sar\u00e0 ulteriormente amplificato da un rinforzo del vento, con raffiche meridionali che in Liguria potrebbero raggiungere i 70-100 km/h, rendendo le condizioni meteorologiche ancora pi\u00f9 critiche. In aggiunta, la ventilazione meridionale porter\u00e0 a un’impennata delle temperature nelle regioni centro-meridionali, con punte che potrebbero sfiorare i 30 gradi.\nA Venezia, \u00e8 attesa un’acqua alta, con un picco di marea che potrebbe raggiungere i 110 cm in mare, riducendosi a 90 cm in citt\u00e0 grazie all\u2019attivazione del sistema MOSE.\nPrevisioni meteo: nuovi fenomeni di maltempo in arrivo\nIl maltempo non accenner\u00e0 a placarsi nel corso della settimana. Dopo una parziale tregua mercoled\u00ec, una nuova perturbazione, legata all\u2019ex uragano Kirk, si prepara a colpire principalmente Francia e Europa centro-settentrionale.\nGi\u00e0 da gioved\u00ec 10, si prevede il ritorno di piogge diffuse su gran parte del Paese. La situazione sar\u00e0 monitorata con attenzione, poich\u00e9 le nuove precipitazioni potrebbero colpire aree gi\u00e0 duramente provate dalla perturbazione in corso. Secondo le attuali proiezioni, le piogge potrebbero risultare localmente intense, soprattutto tra Lombardia, Liguria e Triveneto.\n\u00c8 fondamentale seguire gli aggiornamenti meteorologici per restare informati su una situazione in continua evoluzione e potenzialmente pericolosa.\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Forte maltempo in arrivo: Liguria e Lombardia sotto allerta rossa fino a marted\u00ec 8)", "date_published": "2024-10-08T11:57:03+02:00", "date_modified": "2024-10-08T13:02:59+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://www.iconameteo.it/contents/uploads/2020/06/maltempo-lombardia.jpg", "tags": [ "Previsioni", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/?p=78715", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/luragano-milton-si-trasforma-in-un-mostro-in-24-ore-la-florida-in-stato-dallerta/", "title": "L\u2019uragano Milton si trasforma in un \u2018mostro\u2019 in 24 ore: la Florida in stato d\u2019allerta", "content_html": "L\u2019uragano Milton si dirige verso la Florida, a sole due settimane dal passaggio dell\u2019uragano Helene, che ha causato oltre 200 morti e danni catastrofici. La costa occidentale della Florida \u00e8 in preallerta per il potente uragano, che ha raggiunto la categoria 5 con una velocit\u00e0 sorprendente. Le previsioni indicano che Milton dovrebbe approdare in Florida mercoled\u00ec sera come uragano di categoria 3, ma con un’intensit\u00e0 sufficiente a provocare ulteriori devastazioni.
\nCon venti massimi sostenuti di almeno 250 km/h, Milton si presenta come un vero ‘mostro’. L’ultimo aggiornamento del National Hurricane Center rivela che il centro della tempesta si sposter\u00e0 a nord della penisola dello Yucatan oggi, per poi avvicinarsi alla costa occidentale della Florida domani, toccando terra nell’area densamente popolata di Tampa Bay. Sebbene si preveda un leggero indebolimento prima dell’impatto, Milton potrebbe mantenere la sua forza mentre attraversa la Florida centrale e si dirige verso l’Oceano Atlantico.
\nI meteorologi avvertono della possibilit\u00e0 di una mareggiata di 2,4-3,6 metri nella baia di Tampa, un livello senza precedenti per la regione e quasi il doppio di quello registrato durante l’uragano Helene. La tempesta potrebbe anche portare a inondazioni diffuse, con previsioni di pioggia variabile tra 130 e 250 mm per la Florida continentale e le Keys, e fino a 380 mm in alcune localit\u00e0. L’area metropolitana di Tampa conta oltre 3,3 milioni di abitanti.
\nMilton ha mostrato una rapidit\u00e0 di intensificazione senza pari nel Golfo del Messico, ma eventi simili non sono rari nell’Atlantico. Solo due uragani, Wilma nel 2005 e Felix nel 2007, hanno registrato un rafforzamento pi\u00f9 rapido di Milton in 24 ore. Wilma detiene il record dal 1982, con un aumento di 170 km/h mentre si muoveva nel Mar dei Caraibi, mentre Felix nel 2007 si intensific\u00f2 di 160 km/h.
\nL\u2019uragano Milton \u00e8 la tredicesima tempesta nominata di questa stagione e la settima a intensificarsi rapidamente. Questo fenomeno \u00e8 stato accelerato dalla temperatura della superficie del mare, riscaldata dai cambiamenti climatici. Per “intensificazione estremamente rapida” si intende un incremento dei venti massimi sostenuti di almeno 93 km/h in un periodo di 24 ore. Nel caso di Milton, l’aumento \u00e8 stato di 150 km/h. Le temperature della superficie del mare nella zona di sviluppo dell’uragano sono superiori ai livelli record, e una rapida analisi di attribuzione ha mostrato che questi aumenti di temperatura sono diventati da 400 a 800 volte pi\u00f9 probabili a causa dei cambiamenti climatici negli ultimi 14 giorni.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (L’uragano Milton si trasforma in un ‘mostro’ in 24 ore: la Florida in stato d’allerta)
\n", "content_text": "L\u2019uragano Milton si dirige verso la Florida, a sole due settimane dal passaggio dell\u2019uragano Helene, che ha causato oltre 200 morti e danni catastrofici. La costa occidentale della Florida \u00e8 in preallerta per il potente uragano, che ha raggiunto la categoria 5 con una velocit\u00e0 sorprendente. Le previsioni indicano che Milton dovrebbe approdare in Florida mercoled\u00ec sera come uragano di categoria 3, ma con un’intensit\u00e0 sufficiente a provocare ulteriori devastazioni.\nCon venti massimi sostenuti di almeno 250 km/h, Milton si presenta come un vero ‘mostro’. L’ultimo aggiornamento del National Hurricane Center rivela che il centro della tempesta si sposter\u00e0 a nord della penisola dello Yucatan oggi, per poi avvicinarsi alla costa occidentale della Florida domani, toccando terra nell’area densamente popolata di Tampa Bay. Sebbene si preveda un leggero indebolimento prima dell’impatto, Milton potrebbe mantenere la sua forza mentre attraversa la Florida centrale e si dirige verso l’Oceano Atlantico.\n\nI meteorologi avvertono della possibilit\u00e0 di una mareggiata di 2,4-3,6 metri nella baia di Tampa, un livello senza precedenti per la regione e quasi il doppio di quello registrato durante l’uragano Helene. La tempesta potrebbe anche portare a inondazioni diffuse, con previsioni di pioggia variabile tra 130 e 250 mm per la Florida continentale e le Keys, e fino a 380 mm in alcune localit\u00e0. L’area metropolitana di Tampa conta oltre 3,3 milioni di abitanti.\nL’intensificazione estremamente rapida di Milton e i precedenti storici\nMilton ha mostrato una rapidit\u00e0 di intensificazione senza pari nel Golfo del Messico, ma eventi simili non sono rari nell’Atlantico. Solo due uragani, Wilma nel 2005 e Felix nel 2007, hanno registrato un rafforzamento pi\u00f9 rapido di Milton in 24 ore. Wilma detiene il record dal 1982, con un aumento di 170 km/h mentre si muoveva nel Mar dei Caraibi, mentre Felix nel 2007 si intensific\u00f2 di 160 km/h.\nL\u2019uragano Milton \u00e8 la tredicesima tempesta nominata di questa stagione e la settima a intensificarsi rapidamente. Questo fenomeno \u00e8 stato accelerato dalla temperatura della superficie del mare, riscaldata dai cambiamenti climatici. Per “intensificazione estremamente rapida” si intende un incremento dei venti massimi sostenuti di almeno 93 km/h in un periodo di 24 ore. Nel caso di Milton, l’aumento \u00e8 stato di 150 km/h. Le temperature della superficie del mare nella zona di sviluppo dell’uragano sono superiori ai livelli record, e una rapida analisi di attribuzione ha mostrato che questi aumenti di temperatura sono diventati da 400 a 800 volte pi\u00f9 probabili a causa dei cambiamenti climatici negli ultimi 14 giorni.\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (L’uragano Milton si trasforma in un ‘mostro’ in 24 ore: la Florida in stato d’allerta)", "date_published": "2024-10-08T11:44:32+02:00", "date_modified": "2024-10-08T11:47:33+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione Icona", "url": "https://www.iconameteo.it/author/smricci/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/355e2f0f469d23e3b5040dfc24981848331bf7f1308733b7337cb8d632dce826?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://www.iconameteo.it/contents/uploads/2024/09/uragano-helene-scaled.jpg", "tags": [ "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/?p=78713", "url": "https://www.iconameteo.it/primo-piano/frane-devastano-le-ville-californiane-un-futuro-incerto/", "title": "Frane devastano le ville californiane: un futuro incerto", "content_html": "Le splendide ville affacciate sull’Oceano Pacifico, spesso immortalate in film di Hollywood e di propriet\u00e0 di celebrit\u00e0, stanno affrontando una crisi senza precedenti. I proprietari di queste abitazioni da milioni di dollari devono ora confrontarsi con una minaccia crescente: le frane, un fenomeno che ha inizio negli anni ’50, ma che negli ultimi anni ha visto un’accelerazione drammatica. Le recenti piogge e tempeste intense hanno intensificato il movimento del terreno, con conseguenze devastanti per la stabilit\u00e0 delle abitazioni.
\nNel sud della California, molte delle ville a strapiombo ora si trovano su terreni deformati, con strade incrinate e centinaia di abitazioni senza elettricit\u00e0. Il governatore della California ha dichiarato stato di emergenza in diverse aree colpite, mentre le immagini di case che si inclinano pericolosamente sulle scogliere o che sono parzialmente inghiottite dal suolo diventano sempre pi\u00f9 comuni. Le frane non solo distruggono queste propriet\u00e0, ma mettono in pericolo le vite umane e lasciano le comunit\u00e0 in uno stato di apprensione per il loro futuro.
\nGli scienziati avvertono che la frequenza di questi eventi aumenter\u00e0 a causa della crisi climatica, che si traduce in piogge pi\u00f9 intense e tempeste pi\u00f9 forti, rimodellando il paesaggio californiano. Le frane sono influenzate da tre fattori principali: la pendenza del terreno, il tipo di roccia e le condizioni climatiche. Secondo un esperto del Jet Propulsion Laboratory della NASA, gran parte della California si trova su un substrato di ceneri vulcaniche, che degrada in argilla espandibile e scivolosa quando \u00e8 bagnata.
\nLe precipitazioni sono tra i principali fattori scatenanti delle frane. Quando piove, l’acqua si infiltra nel terreno, riducendo l’attrito che mantiene insieme i granelli di terra e di roccia. Questo indebolisce il suolo, facilitando i movimenti. Il cambiamento climatico altera questo equilibrio, rendendo le pendenze pi\u00f9 instabili.
\nNegli ultimi due anni, i cosiddetti “fiumi atmosferici” hanno portato abbondanti piogge nello Stato. Solo lo scorso febbraio, un fiume atmosferico ha scaricato quantit\u00e0 record di pioggia nel sud della California, scatenando centinaia di frane e causando numerose vittime. Le immagini di ville sull’orlo di precipitare sulla spiaggia sono diventate emblematiche di questa crisi. La correlazione tra la crisi climatica e le piogge pi\u00f9 intense \u00e8 evidente: un’atmosfera pi\u00f9 calda pu\u00f2 trattenere pi\u00f9 umidit\u00e0, portando a precipitazioni pi\u00f9 violente. Inoltre, le temperature oceaniche in aumento alimentano tempeste pi\u00f9 potenti.
\nLe previsioni climatiche per la California indicano un futuro in cui le piogge saranno meno frequenti ma pi\u00f9 intense, specialmente a causa dell’intensificarsi dei fiumi atmosferici. “Negli anni pi\u00f9 piovosi, le frane accelerano in tutto lo Stato californiano”, afferma un esperto di geoscienze.
\nOltre al cambiamento climatico, altri fattori contribuiscono al rischio di frane. L’innalzamento del livello del mare e le mareggiate erodono le scogliere, mentre estati pi\u00f9 calde e secche aumentano la probabilit\u00e0 di incendi boschivi, che a loro volta lasciano il terreno vulnerabile. Le frane che nel 2018 devastarono Montecito, uccidendo 23 persone, seguirono un incendio di grande portata che aveva distrutto gran parte della vegetazione.
\nQuesto fenomeno non \u00e8 esclusivo della California. In tutto il mondo, gli scienziati stanno osservando un aumento delle frane legate ai cambiamenti climatici. Eventi recenti, come il ciclone Gabrielle in Nuova Zelanda, hanno innescato oltre 140.000 frane, mentre in India, un’intensa pioggia monsonica ha causato una frana che ha ucciso almeno 150 persone.
\nIl comportamento umano gioca un ruolo significativo nell’intensificare il rischio di frane. La costruzione su pendii instabili e la deforestazione, che rimuove le radici delle piante che stabilizzano il suolo, aggravano la situazione. Tuttavia, gli esperti concordano sul fatto che “il cambiamento climatico \u00e8 la chiave” di questi fenomeni.
\nPer i residenti delle aree colpite dalle frane in California, il futuro \u00e8 incerto. In alcune zone a sud di Los Angeles, il terreno si muove a una velocit\u00e0 di 30 centimetri a settimana. Non \u00e8 chiaro quando o se questi movimenti si stabilizzeranno, ma ci\u00f2 che \u00e8 certo \u00e8 che il cambiamento climatico sta avendo un impatto profondo e inesorabile anche sulle lussuose ville dei milionari californiani.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Frane devastano le ville californiane: un futuro incerto)
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Le frane non solo distruggono queste propriet\u00e0, ma mettono in pericolo le vite umane e lasciano le comunit\u00e0 in uno stato di apprensione per il loro futuro.\nL’impatto del cambiamento climatico\nGli scienziati avvertono che la frequenza di questi eventi aumenter\u00e0 a causa della crisi climatica, che si traduce in piogge pi\u00f9 intense e tempeste pi\u00f9 forti, rimodellando il paesaggio californiano. Le frane sono influenzate da tre fattori principali: la pendenza del terreno, il tipo di roccia e le condizioni climatiche. Secondo un esperto del Jet Propulsion Laboratory della NASA, gran parte della California si trova su un substrato di ceneri vulcaniche, che degrada in argilla espandibile e scivolosa quando \u00e8 bagnata.\nLe precipitazioni sono tra i principali fattori scatenanti delle frane. Quando piove, l’acqua si infiltra nel terreno, riducendo l’attrito che mantiene insieme i granelli di terra e di roccia. Questo indebolisce il suolo, facilitando i movimenti. Il cambiamento climatico altera questo equilibrio, rendendo le pendenze pi\u00f9 instabili.\nNegli ultimi due anni, i cosiddetti “fiumi atmosferici” hanno portato abbondanti piogge nello Stato. Solo lo scorso febbraio, un fiume atmosferico ha scaricato quantit\u00e0 record di pioggia nel sud della California, scatenando centinaia di frane e causando numerose vittime. Le immagini di ville sull’orlo di precipitare sulla spiaggia sono diventate emblematiche di questa crisi. La correlazione tra la crisi climatica e le piogge pi\u00f9 intense \u00e8 evidente: un’atmosfera pi\u00f9 calda pu\u00f2 trattenere pi\u00f9 umidit\u00e0, portando a precipitazioni pi\u00f9 violente. 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In tutto il mondo, gli scienziati stanno osservando un aumento delle frane legate ai cambiamenti climatici. Eventi recenti, come il ciclone Gabrielle in Nuova Zelanda, hanno innescato oltre 140.000 frane, mentre in India, un’intensa pioggia monsonica ha causato una frana che ha ucciso almeno 150 persone.\nIl ruolo del comportamento umano\nIl comportamento umano gioca un ruolo significativo nell’intensificare il rischio di frane. La costruzione su pendii instabili e la deforestazione, che rimuove le radici delle piante che stabilizzano il suolo, aggravano la situazione. Tuttavia, gli esperti concordano sul fatto che “il cambiamento climatico \u00e8 la chiave” di questi fenomeni.\nPer i residenti delle aree colpite dalle frane in California, il futuro \u00e8 incerto. In alcune zone a sud di Los Angeles, il terreno si muove a una velocit\u00e0 di 30 centimetri a settimana. 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\nLa Federazione Internazionale Sci e Snowboard (FIS) e l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) hanno siglato un’alleanza strategica per accendere i riflettori sul crescente impatto dei cambiamenti climatici sugli sport invernali e sul turismo nelle regioni montane. Con un Memorandum d’intesa appena firmato, le due organizzazioni si impegnano a collaborare per sensibilizzare l’opinione pubblica e adottare misure pratiche per mitigare gli effetti delle temperature globali in aumento sulla neve e sul ghiaccio. Questa storica collaborazione segna la prima volta che l’agenzia meteorologica delle Nazioni Unite stringe un accordo con una federazione sportiva internazionale.
\n\n
Il dibattito sull’emergenza climatica nel mondo degli sport invernali non \u00e8 nuovo. Gi\u00e0 il 12 febbraio 2023, 142 sciatori professionisti avevano indirizzato una lettera alla FIS, richiedendo azioni concrete contro il cambiamento climatico. L’iniziativa, capitanata dallo sciatore austriaco Julian Sch\u00fctter, ambasciatore della campagna “Protect Our Winters”, sollecitava un intervento urgente. La scorsa stagione, la FIS ha organizzato 616 gare di Coppa del Mondo, distribuite su 166 localit\u00e0; ben 26 di queste sono state cancellate a causa di condizioni meteorologiche sfavorevoli.
\n“Le vacanze invernali rovinate e gli eventi sportivi annullati sono solo la punta dell’iceberg del cambiamento climatico”, ha sottolineato Celeste Saulo, Segretaria Generale dell’OMM. “Il ritiro dei ghiacciai, la diminuzione della copertura nevosa e lo scioglimento del permafrost stanno avendo effetti devastanti sugli ecosistemi, sulle comunit\u00e0 e sull’economia delle aree montane. Queste tendenze continueranno ad aggravarsi con conseguenze a lungo termine, a livello sia locale che globale”.
\nJohan Eliasch, Presidente della FIS, ha espresso preoccupazione per il futuro degli sport invernali: “La crisi climatica va oltre la nostra federazione e lo sport stesso; \u00e8 una sfida cruciale per l’intera umanit\u00e0. Tuttavia, il cambiamento climatico rappresenta una minaccia diretta per lo sci e lo snowboard. Ignorare la scienza e i dati oggettivi sarebbe irresponsabile. Questa collaborazione con l’OMM rappresenta un’opportunit\u00e0 per affrontare la crisi con strumenti basati su analisi scientifiche”.
\nL’accordo, che sar\u00e0 operativo per un periodo iniziale di cinque anni, prevede la possibilit\u00e0 di rinnovo automatico. Nel corso di questo periodo, le due organizzazioni collaboreranno su una vasta gamma di iniziative. L’obiettivo principale sar\u00e0 mettere a disposizione degli sport sulla neve e del turismo montano il patrimonio di dati scientifici e le competenze fornite dall’OMM e dai suoi servizi meteorologici nazionali. Le prime attivit\u00e0 congiunte sono gi\u00e0 in programma: il 7 novembre si terr\u00e0 un webinar rivolto alle 137 associazioni nazionali di sci, ai gestori delle strutture e agli organizzatori di eventi. Il focus sar\u00e0 sui cambiamenti climatici e sull\u2019impatto potenziale su neve, ghiaccio e sport invernali, con un approfondimento sugli strumenti avanzati di previsione meteorologica per ottimizzare la gestione della neve nelle stazioni sciistiche.
\nLa Svizzera, sede sia della FIS che dell’OMM, ha recentemente sollevato la questione dello scioglimento dei ghiacciai al punto da proporre una ridefinizione dei confini alpini con l’Italia. Studi recenti rivelano che i ghiacciai alpini hanno perso circa il 60% del loro volume dal 1850, mentre dal 1970 i giorni di nevicate sotto gli 800 metri si sono dimezzati, con precipitazioni che cadono sempre pi\u00f9 spesso sotto forma di pioggia invece che neve.
\nLo scioglimento del permafrost, specialmente nelle regioni montane, artiche e subartiche, sta compromettendo la stabilit\u00e0 delle infrastrutture costruite su questo terreno fragile. Inoltre, l\u2019aumento del carbonio rilasciato nell\u2019atmosfera contribuisce ulteriormente al riscaldamento globale. Le modifiche nella copertura nevosa non influenzano soltanto il turismo invernale, ma impattano anche settori come l\u2019energia idroelettrica e i trasporti, rendendo evidente come i cambiamenti climatici abbiano effetti profondi e ramificati sull’intero ecosistema alpino.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Cambiamenti climatici e sport invernali: OMM e FIS uniscono le forze)
\n", "content_text": "L’accordo, che entrer\u00e0 in vigore prima dell’imminente stagione invernale 2024-2025, punta a utilizzare dati scientifici per preservare il futuro degli sport invernali e del turismo montano.\nLa Federazione Internazionale Sci e Snowboard (FIS) e l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) hanno siglato un’alleanza strategica per accendere i riflettori sul crescente impatto dei cambiamenti climatici sugli sport invernali e sul turismo nelle regioni montane. Con un Memorandum d’intesa appena firmato, le due organizzazioni si impegnano a collaborare per sensibilizzare l’opinione pubblica e adottare misure pratiche per mitigare gli effetti delle temperature globali in aumento sulla neve e sul ghiaccio. Questa storica collaborazione segna la prima volta che l’agenzia meteorologica delle Nazioni Unite stringe un accordo con una federazione sportiva internazionale.\n\n \nIl dibattito sull’emergenza climatica nel mondo degli sport invernali non \u00e8 nuovo. Gi\u00e0 il 12 febbraio 2023, 142 sciatori professionisti avevano indirizzato una lettera alla FIS, richiedendo azioni concrete contro il cambiamento climatico. L’iniziativa, capitanata dallo sciatore austriaco Julian Sch\u00fctter, ambasciatore della campagna “Protect Our Winters”, sollecitava un intervento urgente. La scorsa stagione, la FIS ha organizzato 616 gare di Coppa del Mondo, distribuite su 166 localit\u00e0; ben 26 di queste sono state cancellate a causa di condizioni meteorologiche sfavorevoli.\n“Le vacanze invernali rovinate e gli eventi sportivi annullati sono solo la punta dell’iceberg del cambiamento climatico”, ha sottolineato Celeste Saulo, Segretaria Generale dell’OMM. “Il ritiro dei ghiacciai, la diminuzione della copertura nevosa e lo scioglimento del permafrost stanno avendo effetti devastanti sugli ecosistemi, sulle comunit\u00e0 e sull’economia delle aree montane. Queste tendenze continueranno ad aggravarsi con conseguenze a lungo termine, a livello sia locale che globale”.\nFoto: Tommaso Fimiano\nJohan Eliasch, Presidente della FIS, ha espresso preoccupazione per il futuro degli sport invernali: “La crisi climatica va oltre la nostra federazione e lo sport stesso; \u00e8 una sfida cruciale per l’intera umanit\u00e0. Tuttavia, il cambiamento climatico rappresenta una minaccia diretta per lo sci e lo snowboard. Ignorare la scienza e i dati oggettivi sarebbe irresponsabile. Questa collaborazione con l’OMM rappresenta un’opportunit\u00e0 per affrontare la crisi con strumenti basati su analisi scientifiche”.\nL’accordo, che sar\u00e0 operativo per un periodo iniziale di cinque anni, prevede la possibilit\u00e0 di rinnovo automatico. Nel corso di questo periodo, le due organizzazioni collaboreranno su una vasta gamma di iniziative. L’obiettivo principale sar\u00e0 mettere a disposizione degli sport sulla neve e del turismo montano il patrimonio di dati scientifici e le competenze fornite dall’OMM e dai suoi servizi meteorologici nazionali. Le prime attivit\u00e0 congiunte sono gi\u00e0 in programma: il 7 novembre si terr\u00e0 un webinar rivolto alle 137 associazioni nazionali di sci, ai gestori delle strutture e agli organizzatori di eventi. Il focus sar\u00e0 sui cambiamenti climatici e sull\u2019impatto potenziale su neve, ghiaccio e sport invernali, con un approfondimento sugli strumenti avanzati di previsione meteorologica per ottimizzare la gestione della neve nelle stazioni sciistiche.\n\nLa Svizzera, sede sia della FIS che dell’OMM, ha recentemente sollevato la questione dello scioglimento dei ghiacciai al punto da proporre una ridefinizione dei confini alpini con l’Italia. Studi recenti rivelano che i ghiacciai alpini hanno perso circa il 60% del loro volume dal 1850, mentre dal 1970 i giorni di nevicate sotto gli 800 metri si sono dimezzati, con precipitazioni che cadono sempre pi\u00f9 spesso sotto forma di pioggia invece che neve.\nLo scioglimento del permafrost, specialmente nelle regioni montane, artiche e subartiche, sta compromettendo la stabilit\u00e0 delle infrastrutture costruite su questo terreno fragile. Inoltre, l\u2019aumento del carbonio rilasciato nell\u2019atmosfera contribuisce ulteriormente al riscaldamento globale. 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